domenica 24 novembre 2013

Risultati 12 giornata Serie A


Risultati Serie A Tim 12 giornata

Sabato 9 novembre
Ore 18

Catania-Udinese 1-0 (Maxi Lopez rig.)

Ore 20,45

Inter-Livorno 2-0 (autogol Bardi,Palacio)

Domenica 10 novembre

Ore 12,30


Genoa-Verona 2-0 (Portanova,Kucka)

Ore 15

Atalanta-Bologna 2-1 (Brivio,Livaja-Bianchi)
Chievo-Milan 0-0
Cagliari-Torino 2-1 (Conti,Conti-Immobile)
Parma-Lazio 1-1 (Lucarelli-Keita)
Roma-Sassuolo 1-1 (autogol Longhi-Berardi)

Ore 20,45

Fiorentina-Sampdoria 2-1 (Rossi rig,Rossi-Gabbiadini)
Juventus-Napoli 3-0 (Llorente,Pirlo,Pogba)

sabato 23 novembre 2013

JACOPO MANCONI-1994-ITALIA


ALLA SCOPERTA DI…..JACOPO MANCONI
Nome: Jacopo
Cognome: Manconi
Ruolo: Attaccante
Data di nascita: 24 aprile 1994
Luogo di nascita: Milano

Spesso molti pensano che un ragazzo, per diventare un calciatore, debba per forza giocare in squadre professionistiche già quando ha 14-15 anni.
Molto spesso è così, ma questa che vi vogliamo raccontare è una storia diversa.
Parliamo di Jacopo Manconi, attaccante che fa la spola tra Primavera e prima squadra nel Novara.
Inizia a giocare nella Pievese, la squadra del suo paese, all'età di sei anni.
Per lungo tempo non è nell'orbita di club professionistici, e la svolta della sua finora breve carriera avviene abbastanza in là con gli anni.
Una storia diversa da quella di molti coetanei, che da tanti anni giocano in club di Serie A o B.
Egli infatti all’età di 17 anni si era messo in luce con la maglia del Villantero nel campionato di Eccellenza lombarda (dove vinse nel 2012 il campionato juniores, sempre a livello regionale).
I radar degli osservatori del club di via Graziosi non se lo sono lasciati sfuggire e, dopo un provino in cui ha convinto, ora è da considerarsi come uno dei ragazzi su cui De Salvo si era espresso positivamente su un possibile loro utilizzo in prima squadra in futuro.
Manconi ha debuttato quest’estate con la prima squadra, giocando i dieci minuti di fine gara contro il Grosseto in Coppa Italia al Silvio Piola (entrò al posto di Faragò, altro giocatore passato dalla Primavera dei piemontesi).
Attaccante polivalente, può giocare sia come esterno che come centravanti, avendo una particolare abilità nell’assist e nel giocare per la squadra in generale.
Buoni piedi, buon tiro e discreto fiuto del gol fanno di lui un giocatore che ha messo a segno diversi gol, alcuni dei quali molto belli, sia l’anno scorso che quest’anno, in Primavera.
Su youtube si possono trovare molti di questi, andando sul canale del padre di Jacopo,ovvero http://www.youtube.com/user/corvo60?feature=watch.

Della squadra Primavera è anche il capitano quando gioca, oltre che numero nove, che aveva sulle spalle già la scorsa stagione
Ha partecipato al ritiro estivo dove ha fatto vedere ottime cose, finora in questa stagione una panchina (nella gara con il Siena) e tanta tribuna.
La società lo considera comunque un elemento che si allena con la prima squadra, anche se quando ce ne è stato bisogno ha giocato con la Primavera (dove è da considerarsi un fuoriquota).
Vive in una situazione analoga a quella dei compagni Josipovic e Pivkovski, entrambi sono stati utilizzati da mister Gattuso in qualche occasione durante questo spezzone iniziale di stagione.
Quest’anno in Primavera tre reti in quattro partite, una media da top player per la categoria.
Una grandissima soddisfazione è, inoltre, arrivata dalla nazionale , poichè nello stage della B Italia a Vinci ha messo a segno due reti con la maglia della selezione bianca.
Ha partecipato in passato già a uno stage dell’Under 19, quindi la maglia della Nazionale era un’esperienza non del tutto nuova, anche se pur sempre interessante.
Dopo questa soddisfazione, Manconi spera di trovare qualche minuto in squadra dopo la buona stagione l’anno scorso nel Campionato Primavera (23 presenze ed otto volte a segno).
Sette di questi otto gol sono stati nel giro di otto gare, forse un problema a livello di continuità che il ragazzo deve migliorare.
Nel finale della scorsa stagione, però, ha segnato una doppietta al Milan nel Trofeo Dossena, in una gara vinta per 3-1 dagli azzurrini.
Molto difficile che possa segnare anche al Milan prima squadra, ma la sua storia lo insegna: mai dire mai!

FRANCESCO VICARI-1994-ITALIA



Nome: Francesco
Cognome: Vicari
Data di nascita: 3 agosto 1994
Luogo di nascita: Roma
Ruolo: Difensore centrale

Quando ha esordito davanti al suo pubblico, nella mente di Francesco Vicari è possibile che siano passati velocemente tutti i momenti della sua ancora acerba esperienza acerba di vita.
Una vita giovane, fatta di una componente che molti altri ragazzi non possono però vantare di aver vissuto.
Una fortuna, un talento, un impegno costante per ripagare tutti i sacrifici.
Ma questo discorso varrebbe per lui come per molti altri, quindi sarebbe sbagliato riferirsi solamente a lui.
Inizia a giocare a cinque anni, tra le fila del Fiano Romano.
A dodici viene tesserato per il Monterotondo, club ora in Eccellenza in cui sono tuttavia cresciuti giocatori del calibro di Marchionni e Dionisi.
L’anno topo passa al Tor Tre Teste, che lo aveva messo nel mirino nel nuovo ruolo di difensore, visto che nel Monterotondo agiva da centrocampista.
In questa società matura definitivamente anche dal punto di vista dell’autostima calcistica, che lo porta alla chiamata del club più amato dai capitolini, la Roma.
Lì rimane tre anni. I primi due sono abbastanza buoni, visto che sia nei Giovanissimi nazionali che negli Allievi B gioca con discreta continuità, e mette in bacheca mette tornei importanti come la Nike Cup ed il Torneo Beppe Viola di Arco di Trento.
Lo stesso non avviene negli Allievi Nazionali di Stramaccioni (dove avrà come compagni Romagnoli ed i gemelli Ricci).
Dopo aver militato nelle giovanili della Roma, passa al Taranto, grazie ad un intuizione di Sergio Mezzina, che ha sfruttato l’occasione di prenderlo dopo che si era svincolato dalla squadra capitolina.
In Puglia si mette in mostra con ottime prestazioni nella squadra Berretti, grande forza dal punto di vista e buon senso della posizione fanno di lui un giovane che fa ben sperare la proprietà su un suo possibile impiego futuro in primo squadra, o magari se dovesse esplodere definitivamente un talento da cui poter monetizzare.
Nell’estate 2012 passa al Novara, che da tempo era sulle sue tracce, che se lo aggiudica battendo anche la concorrenza del Sassuolo, dopo che avevano colpito alcune sue prestazioni con la Berretti del Taranto (la Primavera delle squadre di Lega Pro).
Novara che approfittò anche del fallimento del Taranto.
Anche nella città che con Carlo il Grosso fu una contea si mette in mostra, oltre alla solidità fisicità mostra anche un buonissimo senso dell’anticipo.
Mai sostituito in nessuna gara, il Novara disputa una discreta stagione, chiudendo a metà classifica.
Forse con qualche filotto negativo in meno (per due volte tre sconfitte di fila e in nelle ultime quattro gare quattro sconfitte) la stagione sarebbe potuta essere ancora migliore, anche se non è che le aspettative della società fossero molto superiori a queste.
Solitamente era schierato come centrale sinistro nella linea a tre, forse in una difesa che era il punto debole della squadra , e probabilmente non è un caso che gli altri due difensori , Celano e Sorrentino, sono i ragazzi più spariti dalla scena a solo pochi mesi dalla fine dello scorso anno e dalla rivoluzione estiva (di quella squadra è rimasto solamente Dondoni, ma è una cosa normale nella categoria).
Dopo pochi mesi dal suo arrivo in azzurro, il Novara in crisi di risultati affida la panchina alla coppia Perrone-Gattuso, con il secondo che lo ha allenato nella Primavera, e Vicari viene chiamato ad allenarsi con i colleghi della prima squadra.
Esordisce in Serie Bwin (allora si chiamava così) nella gara contro il Lanciano, l’ultima di campionato, quando viene gettato in campo al posto di Riccardo Colombo, all’ultima gara con gli azzurri.
In estate si parla di un interessamento di Pescara e Sunderland alle sue prestazioni sportive, ma tutto finisce con un nulla di fatto.
Poi arrivo il momento del ritiro estivo, dove assieme a diversi compagni giovani (Montipò,Pivkovski e Manconi, oltre a Casarini poi andato in prestito) partecipa al lavoro della prima squadra con mister Aglietti e disputa diverse amichevoli.
Il Novara sceglie di puntare su di lui in maniera decisa, perché anche se di tutti gli otto difensori è quello che ha giocato meno, la società ha scelto di non intervenire sul mercato, aspettando magari ulteriori miglioramenti per dargli un ruolo ancora più importante.
Ha scelto la maglia numero 13 del suo idolo, un difensore come lui, Alessandro Nesta, anche se tecnicamente sono abbastanza diversi.
Quest’anno è subentrato per due volte in campionato ed era in panchina in molte altre gare (tra cui le due di Coppa Italia con Grosseto e Sassuolo, giocatesi prima dell’avvio del campionato).
In tutti e due i casi si è trattato di partite importanti in cui il risultato era in bilico (a Brescia ed a Trapani), anche se è anche vero che è stato sempre schierato quando non c’erano alternative nel suo ruolo.
A Trapani è stato uno dei migliori, in una giornata in cui si è visto un Novara che non ha ottenuto l’obiettivo di giornata, ovvero andare a punti nel match dello stadio Provinciale.
Dopo diverse gare in tribuna, dalla nona giornata in poi è sempre stato in panchina, anche grazie alla regola che permette da quest’anno di avere tra campo e panchina 20 e non più 18 calciatori impiegabili.
Chissà che in futuro il suo minutaggio non possa essere molto più alto.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Fisicamente molto forte (190 centimetri), nella categoria Primavera metteva in difficoltà molti molti avversari dal punto di vista fisico.
Destro naturale, ottimo nell’anticipo, sempre molto concentrato in tutte le occasioni, cosa spesso non riscontrabile in diversi ragazzi giovani.
Tecnicamente discreto anche se meno bello da vedere rispetto ad altri difensori.

venerdì 22 novembre 2013

SERGI ROBERTO-1992-SPAGNA


Nome: Sergi Roberto Carnicer
Data di nascita: 7 febbraio 1992
Luogo di nascita: Reus
Ruolo: Centrocampista

Reus è una piccola e piacevole città della Catalogna, che diede i natali, tra gli altri, anche a Antonì Gaudi,  grande architetto vissuto tra a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo, autore di ben sette monumenti considerati Patrimonio dell’UNESCO.
140 anni dopo il più noto esponente del modernismo spagnolo, nella medesima città nacque Sergi Roberto, il giovane del momento in casa Barcellona e molto considerato anche nell’Under 21 da diverso tempo.
Iniziò a giocare nel Santa Creus, squadra della sua cittadina, successivamente a dodici anni viene tesserato per il Gimnastic di Tarragona.
A 14 realizza il sogno di giocare nel più prestigioso dei team iberici (dopo il Real ovviamente) , il Barcellona.
Nella stagione 2009-10 entra a far parte in pianta stabile della squadra riserve del club, team in cui sono presenti soprattutto giocatori provenienti dal vivaio, un po’ di tutte le età, ma perlopiù giovani (nella rosa della stagione 2013-14 il più anziano risulta essere il portiere Jordi Masip, ventiquattrenne).
In questa stagione colleziona un numero davvero importante di gare per un ragazzo così giovane, quasi un bambino (29 presenze).
Il Barça investe su di lui dandogli in mano una penna per una firma molto molto importante, il primo contratto da calciatore professionista, forse sapendo che si poteva contare su di lui perché era molto bravo anche a scuola da giovane.
Anche Josef Guardiola sembra aver notato le sue importanti qualità, e convoca questo ragazzo ancora minorenne ad allenarsi con la prima squadra.
Il debutto in prima squadra arriva nel novembre del 2010 in Copa del Rey contro il Ceuta.
La stagione 2010-11 lo vede confermarsi ulteriormente, 26 gare e due reti fanno di lui un ragazzo sempre più interessante, che gioca al fianco del mini-Xavi Thiago Alcantara, già impiegato spessissimo nel Barcellona, quello vero però (di quella squadra ben sei ora sono a disposizione di Martino, escluso lui
L’unico neo può essere riscontrato in infortuni abbastanza frequenti nel corso della stagione, che saranno il principale motivo della discontinuità a livello di minutaggio.
Ha anche la soddisfazione di subentrare negli ultimi istanti di gioco della semifinale di andata di Champions League a Madrid, una delle tante serate felici dei tifosi blaugrana nei tempi recenti.
L’allora diciannovenne troverà spazio da titolare a Malaga (punteggio finale 1-3) nella gara finale del campionato, vinto sei volte nelle ultime nove stagioni e anche in quell’edizione.
La soddisfazione sarà però ancora più evidente quando, il 6 dicembre 2011, il giovane centrocampista catalano metterà a segno la sua prima rete con la maglia del Barcellona.
Qualcuno si starà chiedendo: è stata una della tante partite senza storia stra vinte dal Barcellona nella Liga in questi ultimi anni? Che fu stra vinta sicuro, ma il gol in questione arrivò nella gara contro il Bate Borisov in Champions ed in quella gara il centrocampo era composto da lui e da altri due ragazzi che hanno fatto la trafila nella Masìa e poi sono arrivati in alto, ovvero Thiago Alcantara e Jonathan Dos Santon (entrambi figli di due grandissimi ex giocatori brasiliani, il primo di Mazinho ed il secondo di Zizinho).
Tuttavia negli altri match con il Barcellona non viene praticamente mai utilizzato (a parte in due gare di Copa del Rey, contro L’Hospitalet ed Osasuna), ed allora continua a svolgere un ruolo importante nel Barcelona B, che da quella stagione non ha più in panchina Luis Enrique, sostituito da Eusebio, altro allenatore cha da calciatore aveva indossato la maglia della compagine catalana.
Questo copione si ripete anche nella stagione agonistica 12-13, dove il Barcelona B ha una posizione in classifica meno felice rispetto agli anni passati, eppure ci sono da segnalare le buone qualità dei giovanissimi Dongou (95) e Deluofeu (94), entrambi ragazzi di cui si parla benissimo da tempo.
Questo avvio di stagione lo ha, invece, visto ritagliarsi un ottimo spazio, anche per l’attitudine di Gerardo Martino a utilizzare spesso il turnover, anche con uomini chiave come Xavi.

Tuttavia per lui finora nessuna chance da titolare, undici minuti il tempo massimo in cui è sceso in campo in una gara.
E’ chiaro che con gente del calibro di Xavi,Iniesta,Busquets, Fabregas, Song è molto difficile che possa trovare spazio (inoltre in Spagna si possono portare in panchina solamente sette elementi, come è stato pure in Italia fino alla stagione 12-13).
Eppure a 21 anni, Sergi Roberto ha già in bacheca una Copa del Rey,una Supercoppa di Spagna, una Champions ed una Liga, cosa che molti ottimi calciatori non vinceranno mai nemmeno in un’intera carriera.
A gennaio chissà che non possa cambiare aria, e pare che tra le squadre interessate ci sia il Milan, oltre al Totthenam e Liverpool (anche se recentemente il suo agente ha smentito la possibilità di addio, ma le cose in fatto di mercato spesso cambiano in poco tempo).
Forse il problema dei rossoneri non è il centrocampo, ma il suo innesto potrebbe dare un buon contributo alla causa.


CARATTERISTICHE TECNICHE

La sua formazione nelle giovanili blaugrana è stata comletata sicuramente molto bene, poiché piano piano è divenuto sempre più completo come giocatore, sotto la guida di tecnici preparati, come Javier Garcia Pimenta e Victor Sanchez.
Le qualità tecniche notevoli le ha sempre avute ed a queste ha piano piano aggiunto la forza fisica (non è altissimo 1,77m) e l’intelligenza tattica, amalgamate ad un buonissimo passo.
Può giocare anche come trequartista perché ha discrete capacità in fatto di inserimenti senza palla.
Molto bravo nell’ultimo passaggio, forse è semplicemente sfortunato visto che solo poche volte i compagni sono andati in gol su assist suoi (solo due volte).
La legge dei grandi numeri e ulteriori miglioramenti per un giocatore ancora giovane , possono migliorare anche queste sue statistiche.

NAZIONALE

Da giovanissimo non molti lo vedevano come uno che avrebbe potuto fare tantissima strada, forse per questo colleziona non moltissime presenze con l’Under 17, con la quale fa un gran bel Mondiale Under 17 nell’autunno 2009 (i compagni più noti in quella kermesse erano Koke,Isco e Muniain).
Si toglie anche la soddisfazione di segnare una tripletta al Burkina Faso negli ottavi, reti che sono le uniche realizzate con l’Under 17.
Dopo la rassegna mondiale, che vedrà la Spagna terza, il ciclo suo e degli altri coetanei si conclude, e le sue successive prestazioni con la maglia Roja sono con l’Under 19. Nove presenze, zero reti, non un bottino pauroso quindi, anche se la squadra è molto forte e ottiene molte vittorie, di cui un amichevole con l’Italia di Insigne e Florenzi per 0-1.
Nell’agosto 2011 partecipa al Mondiale Under 20, dove la Spagna arriverà ai quarti, eliminata dal Brasile, la squadra di gran lunga più forte.
Tre presenze su cinque gare (di cui due da titolare e una solo gara completa) sono un bottino forse non pienamente sufficiente per un ragazzo che ha già debuttato in Champions.
Comunque segna un gol e regala un assist a Vàzquez nella gara contro l’Australia, la terza del girone eliminatorio.
Di lì a poco arrivano le prime gare con l’under 21, con cui esordisce il 5 settembre 2011, giocando negli ultimi cinque minuti di gara di Spagna-Georgia 2-0.
Questa squadra ha qualità immense, e si capisce da subito che ha tutte le carte in regola per candidarsi alla conquista del titolo europeo, che infatti conquisterà a giugno 2013.
Muniain,Morata,De Gea,Thiago Alcantara,Isco,Illaramendi,Bartra,Montoya…..troppo forti  per tutte le altre!
Sergi non verrà convocato per la fase finale, anche perché nel precedente biennio non è mai stato particolarmente nella grazie del ct Lopetegui.
Ora è invece un punto fisso, forse anche per il maggior numero di presenze con la maglia di quella che è secondo me ancora la squadra più forte del mondo.
Anche questa Rojita sembra un ottimo team, e le prime gare (in cui Sergi è sempre stato titolare), con quindici punti in cinque match, lo confermano.
Finora è stato decisivo, poiché ha messo a segno ben quattro assist ed una rete.
In mediana è stato utilizzato sia nel 4-2-3-1 che nel 4-3-3, anche perché sulla trequarti Lopetegui se schiera un centrocampista col compito di inserirsi preferisce Oliver Torres, cosa successa già sia con la Bosnia che con l’Austria.

domenica 17 novembre 2013

MATTIA PERIN-1992-ITALIA




Nome: Mattia
Cognome: Perin
Data di nascita: 10 novembre 1992
Luogo di nascita: Latina
Ruolo: Portiere

Quando hai diciassette anni e tutti parlano di te come il nuovo Buffon, psicologicamente la cosa farà sicuramente piacere, ma la paura di non riuscire ad essere all’altezza delle attese sarà altrettanto forte.
Probabilmente come Buffon non lo sarà mai, ma tra i giovani mi sembra il migliore nel panorama italiano, visto che a mio giudizio è persino superiore a Bardi.
Da giovane sostenne tanti provini (con anche Juventus, Torino ed Empoli) con sempre la stessa risposta :”Ti faremo sapere”, ma l’unica a credere nelle qualità di questo portiere (molto piccolo di statura in giovane età) fu il Genoa.
Mattia è stato scoperto da Simone Mazzoncini, all'epoca responsabile del settore giovanile della Pistoiese.  “Una sera per puro caso ho incontrato Matteo Mareggini - che giocava alla Pistoiese - e mi invitò agli allenamenti per vederlo dal vivo. Sono andato e il ragazzo era molto bravo.
A 14 anni aveva già una grande personalità. Abbiamo seguito la sua crescita senza mai avvicinarci al ragazzo.
Successivamente, ho avuto la possibilità di incontrare i genitori l'anno in cui è passato al Genoa. Lui ci andò in prova nell'aprile del 2007. Si allenò per mezz'ora e lo presero. Fu definito il passaggio dalla Pistoiese al Genoa e fece il primo anno negli Allievi Nazionali".
Questo è stato il racconto di Moreno Roggi, ora suo procuratore.
Dopo le giovanili tra Pro Cisterna e Pistoiese (dove gioca sempre con ragazzi più grandi di lui, sia nei Giovanissimi che negli Allievi Nazionali), nel 2008 il Genoa lo porta con sé in Liguria, e lì vince campionato Primavera (nel 2010) e Supercoppa, in un gruppo che comprendeva anche El Sharaawy, di cui è ottimo amico.
Sia con Gasperini che con Ballardini ottiene qualche convocazione in prima squadra nella stagione 2010-11, e all’ultima di campionato l’ex allenatore della Lazio lo schiera in una gara dove risulterà essere ottimo protagonista, tanto da indurre i dirigenti del Grifone a farlo crescere in una piazza importante, in B, per richiamarlo in rossoblù se si sarebbe dimostrato all’altezza della maglia del club più antico d’Italia.
A Padova non parte titolare sulla carta, vista la presenza dell’esperto Pellizzoli.
Visto un infortunio dell’ex portiere di Roma e Lokomotiv Mosca, dalla settima alla diciassettesima gara del campionato ha il posto da titolare.
Ma dalla trentesima in poi, visto il rendimento a giudizio di Dal Canto altalenante del portiere bergamasco, il giovane laziale viene lanciato titolare, e rimarrà così la situazione fino a fine campionato, con i patavini che non riusciranno ad entrare nei play-off, tra la contestazione e delusione di tifosi e società.
Tuttavia l’anno successivo ha una chance in Serie A, anche se in estate pareva che sarebbe dovuto rimanere in rossoblù, per giocarsi una maglia da titolare con Frey.
Eppure, anche a parole, durante il ritiro estivo in Austria, il portierino fece sapere di voler giocare con continuità.
Allora il Pescara neopromosso lo prese in prestito, nonostante il portiere Anania fosse stato tra i protagonisti della promozione in A.
La squadra inizia discretamente, poi l’entusiasmo della conquista della massima serie viene sostituito dalla delusione dei sostenitori, che speravano in un gioco ed in dei risultati più interessanti  e felici.
Perin sbaglia poco, ma la squadra segna poco ed incassa troppo, i risultati rendono la classifica sempre più difficile settimana dopo settimana, e in primavera arriva la matematica retrocessione (con annesso ultimo posto) e conseguente immediato ritorno in Serie B (da quest’anno Serie B Intralot e non più Serie Bwin).
Tra l’altro salta diverse gare di campionato perché il Pescara vuole evitare di pagare il premio di valorizzazione alla società che detiene il cartellino dello stesso Perin, il Genoa.
Questa la versione ufficiosa, anche se quando Pellizzoli si infortuna (contro il Napoli), ad entrare in campo è lui, e lo stesso succederà nelle ultime quattro gare della stagione agonistica (tutte perse, come tra l’altro 13 delle ultime 14 partite del campionato).
Tuttavia il suo cartellino è di proprietà di una squadra che si è salvata, seppur con diverse difficoltà, il Genoa appunto.
La società non sembra convinta di puntare su di lui come titolare, ed allora per tutti i mesi estivi si parla di un arrivo quasi sicuro di un altro estremo difensore nel club del presidente Enrico Preziosi.
Ma mister Liverani in estate lo vede lavorare bene, e così chiede ai dirigenti di non comprare altri giocatori in quel ruolo, e concentrare gli sforzi in altre zone (esterni).
L’inizio di stagione vede una sconfitta alla prima gara, contro l’Inter, come l’anno prima.
Nelle ultime ore di mercato arriva Bizzarri dalla Lazio, e visto che dopo la gara di San Siro gli piovono addosso le prime critiche, per lui sembrano prospettarsi tempi duri.
Critiche che aumentano dopo un paio di papere nel 2-5 contro la Fiorentina ed in altre gare in cui non pare sicurissimo.
Ma dopo qualche settimana arriva l’inversione di tendenza, con diverse parate importanti in diverse partite (Juve e Lazio tanto per dirne due).
Ora deve dare seguito a questi confortanti segnali, anche perché per lui le critiche paiono essere sempre facili, quasi scontate.

CARATTERISTICHE

Abbastanza forte fisicamente, benino tra i pali, molto bene nelle uscite, questo è l’identikit di Mattia Perin dal punto di vista tecnico.
Spesso non pare stilisticamente bello da vedere (alle volte non blocca molto spesso la palla in presa) ma a mio giudizio è un portiere molto più forte ed efficace di altri colleghi.


NAZIONALE


All’Europeo Under 17 del 2009 inizia il lungo dualismo tra lui e Bardi, infatti in alcune gare scende in campo l’Airone (così è soprannominato Mattia) e il portiere di scuola Livorno.
Il titolare è Perin, che però viene espulso nella gara persa per 1-3 contro la Svizzera, la seconda dael girone eliminatorio.
Sconta la squalifica e rientra in semifinale, dove la Germania sconfigge la squadra allora allenata da Salerno.
Al successivo Mondiale, Perin gioca le tre gare del girone ed il quarto di finale, quando l’Italia viene sbattuta fuori dalla stessa Svizzera.
Casiraghi lo considera un giocatore assai importante, e lo inserisce stabilmente nel giro della più importante nazionale giovanile di tutto il movimento calcistico nazionale, l’Under 21.
Sia Mannone che Seculin sono più vecchi, quindi il portiere laziale è considerato, dall’ex attaccante di Milan e Juve, il terzo portiere.
Fa anche parte dell’Under 19, dove non è titolare, siccome gli viene preferito Colombi, che gioca già tra i professionisti, nonostante allora la maggior parte dei ragazzi giocassero un anno in più rispetto ad ora nel Campionato Primavera.
L’Europeo Under 19 nell’estate 2010 vede l’Italia uscire al primo turno, con Perin sempre in panca.
Nel ciclo successivo all’Europeo, invece, avrà la fiducia di Zoratto.
Esordisce da titolare in Under 21 all’età di 18 anni ancora da compiere, nell’amichevole tra Italia e Danimarca.
Da Prandelli lo chiama in nazionale maggiore in occasione dell’amichevole dell’agosto 2012 contro l’Inghilterra (vera e propria convocazione di debuttanti in azzurro in massa, tra cui El Sharaawy, De Sciglio, Fabbrini, Verratti e Schelotto).
Sia nel ciclo che va dal 2011 al 2013 che in quello successivo (che sarà anche l’ultimo treno dell’Under 21 per Perin), gli viene preferito Bardi.
Valutazione secondo me rivedibile, perché Perin, oltre ad avere un anno in più di esperienza in A, mi pare essere più efficace tra i pali, pur riconoscendo le grandi qualità dell’estremo difensore livornese.
Inoltre da ormai quasi un anno non viene nemmeno più convocato nell’Under 21, nonostante nel frattempo ci sia anche stato il cambio di ct dopo l’ottimo Europeo in Israele.
Qualcuno dice che sia un indicazione di Arrigo Sacchi, che pare non gradisca il suo carattere estroverso…..
Qualcuno dirà: come Righetto ebbe screzi con Van Basten, anche un giovanotto come Perin dovrebbe adeguarsi alle sue indicazioni.
Non sappiamo come stiano in realtà le cose, ma sinceramente mi piacerebbe che i giocatori venissero selezionati in base alle loro qualità che dimostrano sul campo, e non per aspetti meno calcistici.
Ma evidentemente sono punti di vista…

Le qualificate alla fase Elite



UEFA EURO U19 UNGHERIA 2014 - Le 28 qualificate alla fase Elite
REPUBBLICA CECA - CIPRO - ROMANIA - LITUANIA - IRLANDA - SVEZIA - BELGIO
ISLANDA - GERMANIA - SCOZIA - GRECIA - BULGARIA - AUSTRIA - SERBIA
PORTOGALLO - NORVEGIA - INGHILTERRA - SVIZZERA - DANIMARCA - ISRAELE - ITALIA
GEORGIA - PAESI BASSI/GALLES - TURCHIA - MONTENEGRO - RUSSIA - UCRAINA - SPAGNA


 

sabato 16 novembre 2013

Risultati Campionato Primavera 7 giornata


RISULTATI GIRONE A:

Bologna-Parma 0-1
: 90' Cerri
Cesena-Modena 1-1: 29' Franco (M), 87' Raffini (C)
Empoli-Torino 0-0
Juventus-Carpi 3-1
: 13' Buenacasa (J), 30' Zunino (C), 45' Ceria (J), 90' Buenacasa (J)
Sampdoria-Novara 3-0: 12' Dejori, 30' Oneto, 63' Ciccone
Sassuolo-Siena 4-0: 27' Valeri, 39' Maiorano, 53' e 75' (rig.) Lodesani
Spezia-Genoa 2-0: 3' Franco, 75' Bastoni

CLASSIFICA GIRONE A:


Torino 17; Juventus 15; Empoli e Spezia 14; Sassuolo 12; Bologna 11; Parma 10, Novara e Sampdoria 9; Modena 8; Carpi 6; Cesena e Siena 5; Genoa 1.



RISULTATI GIRONE B:


Atalanta-Lanciano 3-2
Brescia-Varese 2-2: 
8’ Morosini (B), 27’ Seck (B), 50' Truzzi (V), 78' Zamparo (V)
Cagliari-Inter 2-3: 12' Bonazzoli (I), 34' Oikonomou (C, aut.), 53' Tassi (I, rig.), 66' Solinas (C), 76' Saias (C)
Chievo-Udinese 2-0: 43' Messetti, 86' Da Silva
Milan-Ternana 2-0: 6' Piccinocchi (rig.), 66' Barisic
Padova-Verona 1-1: 36' Varricchio (V), 46' Coraini (P)
Pescara-Cittadella 0-0

CLASSIFICA GIRONE B:


Atalanta e Chievo 19; Milan 16; Inter 15; Brescia 13; Verona 12; Udinese e Varese 9; Padova 6; Cagliari, Lanciano e Pescara 4; Ternana 3; Cittadella 1.



RISULTATI GIRONE C:



Avellino-Roma 2-2: 30' e 36' Cedric Njiki Tchoutou (R), 37' Masocco (A), 54' Rizzo (A)
Catania-Crotone 0-0
Lazio-Latina 4-2:
 38' Crecco (Laz), 42' Oikonomidis (Laz, 57' e 62' Fiore (Laz), 65' Manni (Lat), 85' Addessi (Lat)
Livorno-Fiorentina 0-6: 26’ Berardi, 37’ Bangu, 5’ st Madrigali, 30’ st Fazzi, 41’ st Capezzi, 46’ st Cipriani (aut.)
Palermo-Napoli 1-1: 2' Romano (N), 76' Aquino (P)
Reggina-Bari 1-2: 8' Russo (R), 19' Mastangelo (B), 52' Leonetti (B)
Trapani-Juve Stabia 2-2: 31' Sorgiovanni (T), 40' Pitasi (T), 48' e 87' Gargiulo (JS)


CLASSIFICA GIRONE C:
 

Fiorentina e Lazio 18; Roma 16; Livorno 15; Catania e Palermo 11; Bari e Napoli 9; Latina 8; Reggina 7; Crotone 6; Juve Stabia 5; Trapani 4; Avellino 1.

 

venerdì 15 novembre 2013

INTERVISTA A FEDERICO ZANON (EUROSPORT)


Futuricampioni ha raggiunto telefonicamente Federico Zanon, telecronista di Eurosport e giornalista per Calciomercato.com, il quale cortesemente ha scambiato qualche opinione con noi su quella che è stato il Mondiale Under 17, che ha visto la vittoria della Nigeria.

Ciao Federico,
partiamo da una considerazione generale.
Il torneo è sembrato, oltre che assai divertente, anche parecchio interessante sotto il profilo tattico, visto che anche le partite di calcio erano molto interessanti e “vere” pur essendoci in campo ragazzi ancora molto giovani, che devono ancora completare il loro percorso di crescita calcistica.
Condividi la mia idea?

Sì, indubbiamente in questi anni il livello di questo tipo di gare si è alzato.
In fin dei conti a quest’età è ancora molto molto pesante l’aspetto fisico, per cui le squadre che sono forti fisicamente, vedi Nigeria e Messico, hanno fatto strada nella competizione.
Non mi è piaciuta l’Argentina, che ha giocato un tipo di calcio antico, con un 4-5-1 con una sola punta, Driussi, che doveva andare incontro ai compagni per prendersi il pallone.
In positivo mi ha sorpreso il Giappone.
La federazione è molto ben organizzata, spesso i ragazzi si trovano per stage, ed in generale ne vengono organizzati altri per cercare di scovare meglio le qualità dei giovani dispersi per il Paese, un progetto davvero interessante.


Dopo questo discorso generale, parliamo dell’Italia.
A mio parere ha fallito perché è arrivata al momento clou con parecchi giocatori fuori forma, sei d’accordo?


Sì, indubbiamente è vero.

In tutte le gare l’Italia ha subito troppe occasioni da gol, faticando ad imporre il proprio gioco.
Nelle prime due gare non ha meritato di vincere, e contro l’Uruguay ha perso.
Con il Messico è stata invece una gara particolare, ma a mio giudizio di questa spedizione l’unico azzurro da salvare è il portiere Scuffet, che avrà un futuro radioso.
La squadra che vedemmo agli Europei in Slovacchia la scorsa Primavera era una squadra con un altro gioco.
Cerri si è rivelato più un problema che una risorsa, Capradossi (nonostante qualcuno abbia detto il contrario) ha giocato molto peggio di quanto non avesse fatto all’Europeo, forse ha patito l’assenza di Sciacca al suo fianco.
E’ vero che Vido ha fatto bene, ma Bonazzoli avrebbe dato fantasia a questa squadra.
Ho visto un’Italia ordinata ma con poca fantasia.

La Nigeria vincitrice è la squadra che ha più impressionato, tutte le gare vinte e qualità eccezionali nei suoi interpreti.

Come detto prima il fattore fisico fa la differenza in queste categorie, e poi c’è sempre l’incognita legata a quella che è la reale età di questi ragazzi.
Sembra uno scherzo, ma ci sono diversi giocatori che paiono avere un’età diversa da quelli delle altre squadre.
Detto questo anche tecnicamente è una squadra che ha dimostrato di essere formata da giocatori di talento.
Ha perso nella seconda gara Success, ma la qualità della squadra ha fatto sì che quest’assenza non pesasse.
I giocatori che più mi sono piaciuti della selezione in maglia verde sono stati Iheanacho e Yahaya.

Dici che il discorso dell’età sia un qualcosa dovuto a una vera e propria ignoranza su quella che sia l’età dei giocatori o una volontà (qualora questa irregolarità molto presunta ci dovesse essere) delle varie federazioni di barare?

Non penso sia una cosa voluta, quanto una mancanza a livello burocratico di questi Paesi.
Forse si potrebbero fare dei controlli a livello Fifa, ma la cosa è molto difficile, forse si potrebbero fare esami e test sul sangue per risalire alle loro età biologica, ma la cosa non è semplice.

Anche perché è pur sempre un qualcosa di molto ma molto presunto.
Torniamo al calcio giocato piuttosto, considerazioni sulle altre squadre in generale?

Il Brasile ha giocato la prima fase letteralmente deragliando le proprie avversarie, ma sinceramente credevo che nelle gare ad eliminazione diretta avrebbe potuto avere delle difficoltà, come è poi effettivamente successo.
Anche contro la Russia negli ottavi non mi aveva granchè impressionato.
Aldilà dell’eliminazione ai rigori contro il Messico, che ci può stare, non mi è piaciuto l’atteggiamento a livello mentale.
Una squadra che si specchia troppo.
Bene il Messico, che ha reagito alla grande alla sconfitta per 6-1 della prima gara (contro i campioni della Nigeria).
Non è il Messico di due anni fa, con gente come Fierro e Gonzalez, ma mi sono piaciuti moltissimo Diaz, Rivas ed Ochoa.


Ritenevi il Brasile la squadra più forte e favorita per la vittoria della coppa?


Questo è un po’ il problema che ha anche la nazionale maggiore quando si gioca una qualsiasi competizioni, tutti si aspettano sempre loro.
Come singoli la squadra era superiore alle altre, vista la presenza di gente come Nathan, Moschito, Boschilla ed altri.
Comunque è una squadra inferiore tecnicamente rispetto al Brasile Under 17 di due e quattro anni fa.
Non ho capito alcune scelte dell’allenatore, ad esempio lasciare spesso fuori Caio.
Oppure Indio (un trequartista o una mezzala n.d.r) schierato davanti alla difesa per la squalifica di Gustavo.
L’equilibrio è fondamentale nella gestione di una squadra e di un gruppo, e si vede che, al di là di tutto, è stato schierato lì perché l’allenatore era convinto di vincere.

Le grandi assenti sono state Francia, Germania, Spagna ed Inghilterra, che non sono riuscite ad ottenere il pass per il Mondiale.
Tecnicamente dico che però queste squadre erano forse superiori a molte di quelle che sono andate al Mondiale, e secondo me anche per questo si spiegano le delusioni di Russia, Italia e Croazia.

Sì, la nota positiva è stata la Svezia.
Il ct Larsson l’aveva detto, questa è L’Under 17 svedese più forte di tutti i tempi.
E’ una squadra ordinata, e ciò è molto importante.
Poi davanti Berisha ed Engvall hanno fatto undici gol in due, per cui penso che il terzo posto sia anche merito loro.
Io sono convinto che molti di loro saranno presto protagonisti e penso che diversi di loro possano veramente militare in grandi squadre.
Della Slovacchia mi è molto piaciuto Hromada(della Juventus), così come Vestnicky mentre non mi è piaciuto il difensore (sempre della Juve) Varga, che aveva fatto molto male già alla rassegna europea.
La Russia ha avuto la sfortuna di incontrare il Brasile agli ottavi, e anche qui vorrei riaprire la parentesi allenatori.
Non ho capito perché Golovin sia stato lasciato fuori a inizio gara nelle prime due partite, salvo poi essere schierato alla terza, visto che quando era entrato aveva fatto benissimo.
Lo stesso si può dire per il Giappone nel caso di Nagashima.

Grazie mille e complimenti per le belle telecronache del Mondiale.
Grazie a voi.

PAUL LABILE POGBA-1993-FRANCIA


Nome: Paul Labile
Cognome: Pogba
Data di nascita: 15 marzo 1993
Luogo di nascita: Lagny-sur-Marne


La famiglia Pogba emigrò in Francia dalla Guinea, la sua terra d’origine, con le valigie piene di speranze e di voglia di trovare un paese dove si potessero trovare condizioni di vita migliori (tanto per intenderci anche qualche anno fa c’è stato un colpo di stato messo in atto dall’esercito).
Si trasferirono alla Seine-et-Marne, dipartimento della periferia est di Parigi, e li nacquero i loro figli.
Tutti e tre sono diventati calciatori.
I due gemelli, Florentin e Mathias, nati nel 1990, sono tesserati rispettivamente per Saint-Etienne e Crew Alexandra ed hanno entrambi collezionato due gare con la maglia della nazionale guineana.
Ma è il piccolo di famiglia il prodigio in cui sperare.
Paul Labile Pogba viene al mondo nel 1993, e sin da piccolo, tra le strade della banlieue, inizia a giocare con il pallone.
A 6 anni i genitori lo portarono a giocare nella prima vera squadra di calcio, il Roiss-en-Brie.
La svolta arriva a tredici anni, quando passa il provino per il Torcy, una delle società calcistiche dilettantistiche più in vista della zona di Parigi.
L’anno dopo si trasferisce da casa, perché arriva la chiamata da un club professionistico, il Le Havre, con il quale si mette in notevolissima evidenza.
Si carica sulle spalle i compagni dell’Under 16, con cui arriva alla finale scudetto, persa contro il Lens.
Le voci di mercato iniziano a girare intorno al suo nome, il connazionale Wenger lo vorrebbe all’Arsenal, lo stesso farebbero altre grandi francesi, ma è lo United a prevalere sulla concorrenza.
Questa trattativa fece infuriare il club dell’Alta Normandia, che disse che alla famiglia di Pogba erano stati offerti una casa e novantamila sterline, al fine di persuaderli al trasferimento del figlio in uno dei club inglesi dalla storia più vincente.
Già il primo anno è parecchio convincente, con la formazione under 18 del club di Old Trrafford che conquista la vittoria nel FA Youth League, con l’importantissimo suo contributo.
Il Polpo (così chiamato per la lunghezza delle sue gambe, simili a tentacoli) si guadagna in maniera abbastanza rapida prima l’ingresso nella squadra riserve (che in Inghilterra ha un campionato apposito) e poi nella squadra dei grandi, assieme a gente che ha fatto la storia del Manchester, come Giggs e Paul Scholes.
In prima squadra trova spazio, come d’altronde prevedibile, con poca continuità, e questo lo rende insoddisfatto, inducendolo così a reclamare maggiore spazio in campo.
Ferguson non pare disposto ad accontentarlo, e il suo contratto , che scade il 30 giugno 2012, non viene rinnovato.
La Juventus ha da tempo messo nel mirino questo talentissimo, che dopo una trattativa molto lunga si aggrega al gruppo di Conte nel periodo di preparazione alla stagione agonistica 12-13.
Dopo un circa un anno dal suo arrivo in Italia, Pogby (così lo soprannominò Bonucci al momento del suo approdo in bianconero) rivelò alcuni dei retroscena che lo convinsero a scegliere la Juventus :”Quando ho detto a Ferguson che avrei lasciato il Manchester United, lui si è messo a gridare: 'Ma dove vai? Vai alla Juve, in Italia, giusto? Là c'è molto razzismo. I tifosi italiani non sono come quelli inglesi'. Gli ho risposto che il razzismo c'è dappertutto e che a me interessava soltanto giocare".
La svolta arriva con la rete messa a segno contro il Napoli, un tiro a volo ad altissimo coefficiente di difficoltà, imprendibile per De Sanctis.
In generale riesce ad esprimere spesso le sue qualità, perché Conte lo utilizza spesso per tappare i buchi in caso di assenza di uno dei magnifici tre (Pirlo,Vidal e Marchisio) o per semplice turnover.
La prova migliore è forse quella contro l’Udinese, dove con due eccezionali tiri da lontano spegne le già non moltissime speranze della squadra dei Pozzo di fare risultato a Torino.
Anche in Champions gioca diverse volte, il che rappresenta un’esperienza fondamentale per un ragazzo di così giovane età.
Pogba riesce a convincere tutti delle sue grandi qualità, tanto che nelle partite di fine stagione (decisive per la vittoria del ventinovesimo campionato) Conte sceglie di sacrificare una punta in suo favore, schierandolo così a ridosso di Vucinic.
L’anno successivo inizia sulla falsariga del primo, con una rete siglata in Supercoppa Italiana, arrivata pochi minuti dopo l’ingresso in campo al posto dell’infortunato Marchisio.
In dodici gare già quattro reti e quattro assist, e posto da titolare guadagnato a discapito di un Marchisio meno brillante della straordinaria stagione passata.
Ma di questo nemmeno i tifosi della Signora paiono lamentarsi, visto l’apporto del piccolo-grande francese…..

 

CARATTERISTICHE

Fisico, tecnica e mentalità sono le tre caratteristiche principali che permettono a un calciatore di sfondare nella propria carriera.
E quando si è alti 1,88 m e si ha un piede destro delicato come il suo, buona parte del lavoro si potrebbe definire già fatta.
Inoltre se uno come Julio Tous, collaboratore di grande livello dello staff tecnico di Antonio Conte, arriva a dichiarare che allenare Pogba è un po’ come allenare Carl Lewis, si può allora dire che il centrocampista è un giocatore a tutto tondo, con svariati pregi e svariate qualità, molte delle quali diversissime tra loro.
Inoltre alcune giocate degne dei numeri dei più grandi frombolieri del football mondiale e tiri dalla distanza che sono una manna dal cielo per le squadre in cui milita, completano il profilo del giocatore Under 21 più forte che ha in questo momento il campionato italiano.
Vista l’imponente stazza fisica, potrebbe probabilmente migliorare in fatto di gioco aereo.
Qualcuno dirà che stiamo cercando il pelo nell’uovo, ma se vuole diventare il numero uno al mondo dovrà analizzare tutti gli aspetti ed anche i dettagli più piccoli.
Può essere schierato in tutti i ruoli della zona centrale del campo (regista davanti alla difesa, interno o trequartista).
Qualcuno dice che Conte vede in lui delle possibili qualità da esterno vista la grande prestanza fisica, ma sinceramente giocare con la difesa a quattro e lui trequartista potrebbe essere una soluzione migliore, visto che lo si avvicinerebbe pure alla porta avversaria.


NAZIONALE

Già da giovanissimo sembrava essere un giocatore che avrebbe potuto avere qualità per far bene nel calcio che conta.
Anche per questo si spiegano le 27 presenze condite da tre reti tra Under 16 e 17.
Dona soddisfazioni anche ai propri allenatori di Under 18 e Under 19 (da ricordare per sempre uno 0-6 contro l’Olanda di Locadia e Rekik nelle qualificazioni agli europei under 19).
Con l’Under 20 undici gare e due gol, mentre la sua improvvisa maturazione gli impedisce di fare anche una sola presenza con l’Under 21, visto che viene direttamente selezionato per la nazionale maggiore.
Dopo essere diventato un elemento importante nella Juventus, a giudizio di Deschamps è pronto per giocare ed avere un ruolo notevole anche nella Nazionale.
Il 22 marzo 2013 debutta nella vittoria per 3-1 contro la Georgia, dove il giovane parigino si mette in mostra giocando una grande partita.
Si ritaglia così un ruolo importante nella squadra più amata dai transalpini, anche se non avendo mai giocato lui nella Ligue 1 qualcuno dei tifosi transalpini non conoscerà ancora appieno le sue qualità.
Il primo gol arriva su assist di Koscielny nel 2-4 in Bielorussia il 10 settembre (curiosamente arbitrata da Orsato, forse il miglior arbitro italiano in questi ultimi anni).
Le sue prestazioni al fianco di Matuidi potrebbero convincere Deschamps a schierarli assieme anche al Mondiale (è stato provato anche il centrocampo a 3, ma il 4-4-2 sembra essere il sistema di gioco più probabile).
E’ campione del mondo in carica con l’Under 20 (favorita del torneo, oltre a lui Digne,Thauvin e Areola tra gli altri), in virtù del titolo conquistato in estate al Mondiale in Turchia.
Le sue ottime giocate gli sono valse il titolo di miglior giocatore del torneo.
Effettivamente la sua classe, assemblata all’eccezionale forza fisica, hanno fatto la differenza in un torneo under 20 dove forse il livello delle squadre era un po’ più basso rispetto ai precedenti mondiali (vedi 2011).
Nella competizione è andato in gol nel quarto di finale contro l’Uzbekistan.

giovedì 14 novembre 2013

Italia Under 20-Germania Under 20 1-1





L’Italia Under 20 ha pareggiato contro la selezione dei connazionali tedeschi nella quarta gara del Torneo Quattro Nazioni.
Si è giocato a Rovereto (Tn), in Vallagarina, allo stadio Quercia.
Una buona prova in una gara equilibrata, in cui le squadre si sono equivalse in quasi tutti i momenti della partita.
Tra i migliori in campo negli azzurri Improta, Beltrame, Cataldi,Luca Forte e Di Gennaro (salvato al minuto 52 da una conclusione di Thiel, andatasi a stampare sulla traversa).
Nel finale rosso diretto per Improta, forse per proteste.


A fine gara, ai microfoni di RaiSport1, il ct Evani ha rilasciato le seguenti parole :“Ho un gruppo di ventidue giocatori, che sono tutti sullo stesso piano, e oggi l’hanno dimostrato.
Per me non esistono titolari e riserve.
Aldilà del risultato a noi interessa essere se possibile superiori agli avversari, tutto sommato credo che il pareggio sia giusto”.

Il prossimo appuntamento per l’Under 20 sarà l’amichevole di mercoledì contro l’Iran.


Italia U20 vs Germania U20 1-1 (43’Kerk,64’Cataldi su rig)

ITALIA U20 (4-2-3-1) : Di Gennaro; Fiamozzi (70' De Col), Di Lorenzo, Chiosa, Pecorini; Verre (C) (46' Cataldi), Busellato (70' Sampietro); Improta, Beltrame (62' Forte L.), Grifo (46' Vassallo); Forte F. (46' Gomez).
A disp.: Pigliacelli, Goldaniga, Camigliano, Ricci M., Faragò.
All.: Evani.

GERMANIA U20 (4-2-3-1) : Vlachodimos; Schmitz, Günter K. (46' Sama), Cacutalua, Leibold; Zenga, Gerhardt; Kerk (46' Thiel), Arnold (C) (75' Rankovic), Pledl; Füllkrug.
A disp.: 
Müller, Günter C., Heintz, Kohr, Moehwald, Schnellhardt, Dahne.
All.: Wormuth.
 
 


 

mercoledì 13 novembre 2013

Risultati Europa League 4 giornata


GRUPPO A

Kuban Krasnodar-Swansea 1-1: Bony (S)-Baldè (K)

San Gallo-Valencia 2-3: Piatti (V)-Besle (SG)-Karanovic (SG)-Piatti (V)-Canales (V)

CLASSIFICA: Valencia 9, Swansea 8, San Gallo 3, Kuban Krasnodar 2


GRUPPO B

Ludogorets Ratzgard-Chernomorets 1-1: Juninho Quixadà (L)-Gai (C)

PSV Eindhoven-Dinamo Zagabria 2-0: Maher (P)-Locadia (L)

CLASSIFICA:
Ludogorets Ratzgrad 10, PSV 7, Chernomorets 4, Dinamo Zagabria 1


GRUPPO C


Esbjerg – Elfsborg 1-0: autogoal Rohdén (Elf)
Standard Liegi – Red Bull Salisburgo 1-3: Svento (RB) – M’Poku (SL) – Kampl (RB) – Alan (RB)

CLASSIFICA: Red Bull Salisburgo 12,Esbjerg 9,Elfsborg 1,Standard Liegi 1

GRUPPO D
Maribor–Zulte Waregem: 0-1 T.Hazard (ZW)
Rubin Kazan–Wigan Athletic: 1-0 Kuzmin (RK)

CLASSIFICA: Rubin Kazan 10, Wigan Athletic 5, Zulte Waregem 4, Maribor 3



GRUPPO E
Dnipro–Paços Ferreira: 2-0 Matheus (D) – Konoplyanka (D)
Pandurii–Fiorentina: 1-2  Pereira (P) – Ryder Matos (F) – Borja Valero (F)

CLASSIFICA: Fiorentina 12, Dnipro 9, Pandurii 1, Pacos Ferreira 1


GRUPPO F
APOEL–Bordeaux: 2-1  Alexandrou (A) – Sané (B) – Morais (A)
Maccabi Tel Aviv –Eintracht Francoforte: 4-2  Zahavi (M) – Itzhaki (M) – Itzhaki (M) – Lakic (E) – Meier (E)rig – Zahavi (M)rig

CLASSIFICA: Eintracht Francoforte 9, Maccabi Tel-Aviv 7, APOEL 4 Bordeaux 3


GRUPPO G
Rapid Vienna –Genk: 2-2 Kara (G)rig - Boyd (RV) – Boyd (RV) – Buffel (G)
Thun– Dinamo Kiev: 0-2  autogol Schenkel (T) - Yarmolenko (DK)


CLASSIFICA: Genk 8, Dinamo Kiev 7, Thun 3, Raid Vienna 3
Squadre
GRUPPO H
Estoril–Friburgo: 0-0

Siviglia –Slovan Liberec: 1-1     Perotti (Si) – Pavelka (SL)

CLASSIFICA: Siviglia 8, Slovan Liberec 6, Friburgo 3, Estoril 2

GRUPPO I
Rijeka–Olympique Lione: 1-1    Plea (OL) – Kramaric (R)

Vitoria Guinaraes–Betis Siviglia: 0-1    Chuli (B)


CLASSIFICA: Betis Siviglia 8, Olympique Lione 6, Vitoria Guimaraes 4, Rijeka 2
 
 
 
 
 
 
 
 

GRUPPO J
Lazio–Apollon Limassol: 2-1 Floccari (L) – Floccari (L) – Papoulis A)
Legia Varsavia – Trabzonspor: 0-2 Dosa Junior (L)AUTOGOL – Adin (T)
CLASSIFICA: Trabzonsor 10, Lazio 8, Apollon Limassol4, Legia Varsavia 0

GRUPPO K
Tottenham–Sheriff: 2-1   Lamela (T) – Defoe (T)rig – Isa (S)
Tromso–Anzhi Makhachkala: 0-1   Mkrtchyan (A)

CLASSIFICA: Totthenam Hotspur 12, Anzhi Makhachkala 7, Sheriff 2, Tromso 1
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GRUPPO L
AZ Alkmaar –Shakhter Karagandy :  1-0  Ortiz (AZ)
Maccabi Haifa–PAOK Salonicco: 0-0
CLASSIFICA:
Az Alkmaar 8, PAOK Salonicco 8, Maccabi Haifa 2, Shakhter Karangdy 2
 
 
 
 
 
 
 
 

martedì 12 novembre 2013

FINALE MONDIALE UNDER 17


La Nigeria conquista per la quarta volta nella sua storia il titolo di Campione del Mondo Under 17.
La netta vittoria per 0-3 in finale sul Messico ha consegnato la vittoria alla squadra allenata da Manu Garba.
La Nigeria ha espresso un grande calcio durante tutto l’arco del torneo, in cui ha vinto tutte le gare in cui ha giocato.
Curiosamente la gara d’esordio di entrambe le finaliste aveva visto scontrarsi proprio Nigeria e Messico, con gli africani che avevano distrutto la selezione dei Los Niños Héroes per 6-1.

Questo il tabellino della gara, giocatasi al Mohammed Bin Zayed di Abu Dhabi.

Messico-Nigeria 0-3 (9' Yahaya,56' Ichaenacho,81' Mohammed)

Messico (4-4-2): Gudino; Rodriguez, Teran, Wbias, Aguirre; Hernandez (dal 1’st Tovar), Rivas, Govea (dal 68’ E.Hernandez), Ochoa; Diaz, Jaimes (dal 15’st Granados).
In panchina: Resendez, Torres, Calderon, Robles, Almanza, Gonzalez, Zuniga
Allenatore: Raul Gutierrez
Nigeria (4-3-3): Alampasu; Okon, Abubakar, Bello, Mohammed; Alfa (dal 35’st Ezeh), Nwakali, Idowu; Yahaya, Awoniyi, Iheanacho.
In panchina: Abubakar, Uzoho, Japhet, Nya, Godwin, Makanjuola, Obasi, Salihu
Allenatore: Manu Garba

 

MARCO VERRATTI-1992-ITALIA


Nome: Marco
Cognome: Verratti
Data di nascita: 5 novembre 1992
Luogo di nascita: Pescara


Di giocatori al livello di Pirlo, Buffon, Totti, Del Piero, Nesta &C, se i giovani sono questi, non ne vedremo per un po’…..
Qualcuno lo disse all’indomani del fallimentare mondiale 2010 in Sudafrica, con l’Italia che finì ultima nel girone più semplice della competizione.
Ma dopo qualche anno le cose sono cambiate, e gli appassionati di calcio italiano hanno potuto veder sbocciare talenti di ottima qualità.
Tra loro c’è l’erede di Andrea Pirlo, Marco Verratti da Pescara.
Da piccolo gioca in spiaggia, un po’ come i brasiliani.
Ore e ore sulla spiaggia a prendere a calci un pallone di gomma con le porte tra due ciabatte o due zainetti, senza mai una traversa ben definita, ore che lo hanno aiutato a migliorare le sue ottime doti tecniche.
Da piccolo era tifoso juventino, come tutti nella sua famiglia.
Cresce nel settore giovanile del Pescara, la squadra della sua città che si dice l’abbia comprato per una cifra equivalente a seimila euro circa.
In età da Giovanissimi gioca con gli Allievi, e in età da Allievi scende in campo con la Primavera (in cui rimane molto poco, solo un anno tra Berretti e Primavera) perché le sue qualità sono un qualcosa che possono essere utili anche contro compagni più grandi.
Gli occhi delle grandi del Nord sono vigili su di lui, tanto che ChievoVerona, Atalanta ed Inter lo convocano per un provino.
Il Milan, invece, avrebbe preso più che volentieri il ragazzo sotto la sua ala protettiva, ma il Pescara decise di tenere tra le proprie fila un giocatore che, in futuro, sarebbe potuto essere una risorsa per il Delfino.
Lo stesso fece anche il curatore fallimentare, che respinse le advances dei più importanti club inglesi (Chelsea,United e Arsenal), che volevano approfittare delle difficoltà che il Pescara attraversava a livello economico in quel momento.
A meno di sedici anni debutta in prima squadra nello stadio della sua città, giocando nella gara di Coppa Italia contro il Mezzocorona.
Qualche settimana debutta da titolare in campionato con la maglia numero 10 sulle spalle, buttato nella mischia da uno che di talento da calciatore ne aveva parecchio, ovvero Giuseppe Galderisi (ex centrocampista di Verona e Juventus tra le altre).
In tutto sette gare nella prima stagione tra i professionisti, poi la stagione successiva è quella della promozione in Serie B tramite i play-off, anche se Gufetto (così lo soprannomina la fidanzata, perché dice che assomiglia a questo rapace) non trova moltissimo spazio, vista l’età giovanissima (stiamo parlando di un ragazzo che non ha raggiunto la maggiore età).
L’anno dopo, anche se la categoria è più competitiva, il piccolo Pirlo viene lanciato più spesso nella mischia da mister Di Francesco (allenatore che in pochi anni che allena ha lanciato due dei migliori giovani italiani: Verratti e Berardi), colleziona ben ventotto presenze e va in gol a Cittadella nell’ultima di campionato (partita di Marco semplicemente grandiosa, anche perché i suoi compagni non lo aiutarono giocando con assai poco mordente, ed il Cittadella riuscì a salvarsi evitando i play-out).
L’anno dopo in panchina arriva uno che non si fa problemi a puntare anche su gente sconosciuta (alla Lazio fu lui a credere per primo in Nesta e Di Vaio, tanto per fare un esempio), Zdenek Zeman, per molti il Maestro.
Dopo un inizio di campionato in cui fatica a trovare spazio, il ragazzo cresciuto sui monti della Majella si impone sul compagno Togni, a cui inizialmente il tecnico boemo aveva affidato le chiavi della regìa del centrocampo.
Il Pescara ottiene una promozione a dir poco incredibile e storica, e il giovane fatto in casa viene dipinto da tutti come uno dei protagonisti principali di una grandissima impresa (ai biancoazzurri riesce anche il sorpasso in classifica sul Toro nel finale di campionato, dopo che era stata ottenuta la promozione diretta in quel di Genova).
Le sirene di mercato impazzano introno a lui.
Prima la Juve e poi il Napoli sembrano vicini all’acquisto del suo cartellino, sempre secondo voci, ma l’offerta del Paris Saint-Germain è quella che maggiormente soddisfa le casse del Pescara, che quindi vende il giocatore al miglior offerente (oltre al vantaggio di non doverselo trovare di fronte nel campionato successivo, anche se non è stato di certo questo il motivo di tale scelta).
A Parigi non viene accolto con grande ottimismo, addirittura un quotidiano titolò “Mais qui est tu Marco Verratti?”
Dopo qualche panchina e qualche settimana difficile, il giovane regista inizia a entrare nel novero dei beniamini del pubblico del Parc des Princes, che spesso gli dedica il coro “Verrattì Verrattì”.
Se c’è un dato da sottolineare in negativo, sono sicuramente i troppi cartellini gialli (ben 10)
Una delle prove più impressionanti che gli ho visto fare rimane quella nel 2-2 contro il Barcellona lo scorso anno, dove entrò con una freddezza impressionante in partita disputando un’ottima gara, anche se davanti aveva gente che corrispondeva al nome di Xavi ed Iniesta, solo per citare i due grandissimi.
Durante la stagione si guadagna un posto da titolare a discapito di Thiago Motta al fianco di Matuidi.
Con Blanc Motta è molto importante, quindi a volte a sedersi in panchina è Matuidi, uno che l’anno scorso ha confezionato gol importantissimi sia nelle Ligue 1 che in Champions League.
Finora già diversi assist, ma anche qualche cartellino giallo di troppo, un difetto su cui deve assolutamente migliorare.


CARATTERISTICHE TECNICHE

A mio avviso per qualità il miglior regista italiano uscito dai nostri settori giovanili negli ultimi quindici anni, Verratti  può essere in futuro un perno fondamentale in un calcio italiano che ha buoni giocatori in prospettiva futura, ma forse nessun fenomeno, almeno per ora.
Non butta mai via il pallone, anche nelle situazioni complicate ed in zone del campo che vedono molti suoi compagni buttar via il pallone senza pensare a cosa si sta facendo.
Si muove discretamente senza palla, ma non ha un passo sveltissimo, e questo gli impedisce di essere incisivo sotto porta.
Deve, inoltre,(come detto in precedenza) cercare di prendere meno cartellini gialli per essere squalificato meno spesso, e anche rischiare di dover giocare le sua partite anche con un’attenzione diversa sotto il punto di vista psicologico.

 

NAZIONALE

Da giovanissimo non ha collezionato molte presenze con le divise delle selezioni azzurre.
Quattro presenze con l’Under 19 e quattro con l’Under 20.
Nella brillante stagione della promozione in Serie A con il Pescara debutta anche nella selezione Under 21, debuttando in amichevole contro la Francia, nella città del Festival del cinema più noto al mondo, Cannes.
Le sue prestazioni durante la stagione arrivano a sorprendere in maniera tale che Cesare Prandelli lo inserisce nella lista dei trenta preconvocati per il Campionato Europeo.
Il debutto arriva però dopo l’Europeo, quando nell’amichevole tra Italia ed Inghilterra subentra nella seconda frazione di gara.
Il primo gol in Nazionale arriva contro un’altra grande europea, sempre in amichevole, all’Amsterdam Arena contro l’Olanda, dove la sua rete permette di pareggiare una gara che l’Italia aveva rischiato di perdere (davvero notevole tra l’altro la sua giocata senza palla e il movimento che gli permise di presentarsi davanti a Krul dopo un bel dai e vai con Gilardino).
Nel giugno 2013 vola con l’Under 21,con la quale non giocava da diverso tempo, per disputare l’Europeo Under 21.
L’Italia arriva in finale, dove perde contro la fortissima Spagna (Illaramendi, Isco, Bartra, Thiago Alcantara, Montoya, De Gea).
Le sue prestazioni però non sono granchè in linea con quelle che erano le attese sulle sue prestazioni nella rassegna.
A volte anche compagni di mediana meno bravi e talentuosi (vedi Rossi e Crimi) hanno dato una mano più importante della sua, anche se nemmeno il Verratti che si era visto qualche settimana prima a Parigi avrebbe cambiato le cose in finale, troppo superiori infatti gli affamati spagnoli
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