venerdì 15 novembre 2013

PAUL LABILE POGBA-1993-FRANCIA


Nome: Paul Labile
Cognome: Pogba
Data di nascita: 15 marzo 1993
Luogo di nascita: Lagny-sur-Marne


La famiglia Pogba emigrò in Francia dalla Guinea, la sua terra d’origine, con le valigie piene di speranze e di voglia di trovare un paese dove si potessero trovare condizioni di vita migliori (tanto per intenderci anche qualche anno fa c’è stato un colpo di stato messo in atto dall’esercito).
Si trasferirono alla Seine-et-Marne, dipartimento della periferia est di Parigi, e li nacquero i loro figli.
Tutti e tre sono diventati calciatori.
I due gemelli, Florentin e Mathias, nati nel 1990, sono tesserati rispettivamente per Saint-Etienne e Crew Alexandra ed hanno entrambi collezionato due gare con la maglia della nazionale guineana.
Ma è il piccolo di famiglia il prodigio in cui sperare.
Paul Labile Pogba viene al mondo nel 1993, e sin da piccolo, tra le strade della banlieue, inizia a giocare con il pallone.
A 6 anni i genitori lo portarono a giocare nella prima vera squadra di calcio, il Roiss-en-Brie.
La svolta arriva a tredici anni, quando passa il provino per il Torcy, una delle società calcistiche dilettantistiche più in vista della zona di Parigi.
L’anno dopo si trasferisce da casa, perché arriva la chiamata da un club professionistico, il Le Havre, con il quale si mette in notevolissima evidenza.
Si carica sulle spalle i compagni dell’Under 16, con cui arriva alla finale scudetto, persa contro il Lens.
Le voci di mercato iniziano a girare intorno al suo nome, il connazionale Wenger lo vorrebbe all’Arsenal, lo stesso farebbero altre grandi francesi, ma è lo United a prevalere sulla concorrenza.
Questa trattativa fece infuriare il club dell’Alta Normandia, che disse che alla famiglia di Pogba erano stati offerti una casa e novantamila sterline, al fine di persuaderli al trasferimento del figlio in uno dei club inglesi dalla storia più vincente.
Già il primo anno è parecchio convincente, con la formazione under 18 del club di Old Trrafford che conquista la vittoria nel FA Youth League, con l’importantissimo suo contributo.
Il Polpo (così chiamato per la lunghezza delle sue gambe, simili a tentacoli) si guadagna in maniera abbastanza rapida prima l’ingresso nella squadra riserve (che in Inghilterra ha un campionato apposito) e poi nella squadra dei grandi, assieme a gente che ha fatto la storia del Manchester, come Giggs e Paul Scholes.
In prima squadra trova spazio, come d’altronde prevedibile, con poca continuità, e questo lo rende insoddisfatto, inducendolo così a reclamare maggiore spazio in campo.
Ferguson non pare disposto ad accontentarlo, e il suo contratto , che scade il 30 giugno 2012, non viene rinnovato.
La Juventus ha da tempo messo nel mirino questo talentissimo, che dopo una trattativa molto lunga si aggrega al gruppo di Conte nel periodo di preparazione alla stagione agonistica 12-13.
Dopo un circa un anno dal suo arrivo in Italia, Pogby (così lo soprannominò Bonucci al momento del suo approdo in bianconero) rivelò alcuni dei retroscena che lo convinsero a scegliere la Juventus :”Quando ho detto a Ferguson che avrei lasciato il Manchester United, lui si è messo a gridare: 'Ma dove vai? Vai alla Juve, in Italia, giusto? Là c'è molto razzismo. I tifosi italiani non sono come quelli inglesi'. Gli ho risposto che il razzismo c'è dappertutto e che a me interessava soltanto giocare".
La svolta arriva con la rete messa a segno contro il Napoli, un tiro a volo ad altissimo coefficiente di difficoltà, imprendibile per De Sanctis.
In generale riesce ad esprimere spesso le sue qualità, perché Conte lo utilizza spesso per tappare i buchi in caso di assenza di uno dei magnifici tre (Pirlo,Vidal e Marchisio) o per semplice turnover.
La prova migliore è forse quella contro l’Udinese, dove con due eccezionali tiri da lontano spegne le già non moltissime speranze della squadra dei Pozzo di fare risultato a Torino.
Anche in Champions gioca diverse volte, il che rappresenta un’esperienza fondamentale per un ragazzo di così giovane età.
Pogba riesce a convincere tutti delle sue grandi qualità, tanto che nelle partite di fine stagione (decisive per la vittoria del ventinovesimo campionato) Conte sceglie di sacrificare una punta in suo favore, schierandolo così a ridosso di Vucinic.
L’anno successivo inizia sulla falsariga del primo, con una rete siglata in Supercoppa Italiana, arrivata pochi minuti dopo l’ingresso in campo al posto dell’infortunato Marchisio.
In dodici gare già quattro reti e quattro assist, e posto da titolare guadagnato a discapito di un Marchisio meno brillante della straordinaria stagione passata.
Ma di questo nemmeno i tifosi della Signora paiono lamentarsi, visto l’apporto del piccolo-grande francese…..

 

CARATTERISTICHE

Fisico, tecnica e mentalità sono le tre caratteristiche principali che permettono a un calciatore di sfondare nella propria carriera.
E quando si è alti 1,88 m e si ha un piede destro delicato come il suo, buona parte del lavoro si potrebbe definire già fatta.
Inoltre se uno come Julio Tous, collaboratore di grande livello dello staff tecnico di Antonio Conte, arriva a dichiarare che allenare Pogba è un po’ come allenare Carl Lewis, si può allora dire che il centrocampista è un giocatore a tutto tondo, con svariati pregi e svariate qualità, molte delle quali diversissime tra loro.
Inoltre alcune giocate degne dei numeri dei più grandi frombolieri del football mondiale e tiri dalla distanza che sono una manna dal cielo per le squadre in cui milita, completano il profilo del giocatore Under 21 più forte che ha in questo momento il campionato italiano.
Vista l’imponente stazza fisica, potrebbe probabilmente migliorare in fatto di gioco aereo.
Qualcuno dirà che stiamo cercando il pelo nell’uovo, ma se vuole diventare il numero uno al mondo dovrà analizzare tutti gli aspetti ed anche i dettagli più piccoli.
Può essere schierato in tutti i ruoli della zona centrale del campo (regista davanti alla difesa, interno o trequartista).
Qualcuno dice che Conte vede in lui delle possibili qualità da esterno vista la grande prestanza fisica, ma sinceramente giocare con la difesa a quattro e lui trequartista potrebbe essere una soluzione migliore, visto che lo si avvicinerebbe pure alla porta avversaria.


NAZIONALE

Già da giovanissimo sembrava essere un giocatore che avrebbe potuto avere qualità per far bene nel calcio che conta.
Anche per questo si spiegano le 27 presenze condite da tre reti tra Under 16 e 17.
Dona soddisfazioni anche ai propri allenatori di Under 18 e Under 19 (da ricordare per sempre uno 0-6 contro l’Olanda di Locadia e Rekik nelle qualificazioni agli europei under 19).
Con l’Under 20 undici gare e due gol, mentre la sua improvvisa maturazione gli impedisce di fare anche una sola presenza con l’Under 21, visto che viene direttamente selezionato per la nazionale maggiore.
Dopo essere diventato un elemento importante nella Juventus, a giudizio di Deschamps è pronto per giocare ed avere un ruolo notevole anche nella Nazionale.
Il 22 marzo 2013 debutta nella vittoria per 3-1 contro la Georgia, dove il giovane parigino si mette in mostra giocando una grande partita.
Si ritaglia così un ruolo importante nella squadra più amata dai transalpini, anche se non avendo mai giocato lui nella Ligue 1 qualcuno dei tifosi transalpini non conoscerà ancora appieno le sue qualità.
Il primo gol arriva su assist di Koscielny nel 2-4 in Bielorussia il 10 settembre (curiosamente arbitrata da Orsato, forse il miglior arbitro italiano in questi ultimi anni).
Le sue prestazioni al fianco di Matuidi potrebbero convincere Deschamps a schierarli assieme anche al Mondiale (è stato provato anche il centrocampo a 3, ma il 4-4-2 sembra essere il sistema di gioco più probabile).
E’ campione del mondo in carica con l’Under 20 (favorita del torneo, oltre a lui Digne,Thauvin e Areola tra gli altri), in virtù del titolo conquistato in estate al Mondiale in Turchia.
Le sue ottime giocate gli sono valse il titolo di miglior giocatore del torneo.
Effettivamente la sua classe, assemblata all’eccezionale forza fisica, hanno fatto la differenza in un torneo under 20 dove forse il livello delle squadre era un po’ più basso rispetto ai precedenti mondiali (vedi 2011).
Nella competizione è andato in gol nel quarto di finale contro l’Uzbekistan.

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