martedì 12 novembre 2013

MARCO VERRATTI-1992-ITALIA


Nome: Marco
Cognome: Verratti
Data di nascita: 5 novembre 1992
Luogo di nascita: Pescara


Di giocatori al livello di Pirlo, Buffon, Totti, Del Piero, Nesta &C, se i giovani sono questi, non ne vedremo per un po’…..
Qualcuno lo disse all’indomani del fallimentare mondiale 2010 in Sudafrica, con l’Italia che finì ultima nel girone più semplice della competizione.
Ma dopo qualche anno le cose sono cambiate, e gli appassionati di calcio italiano hanno potuto veder sbocciare talenti di ottima qualità.
Tra loro c’è l’erede di Andrea Pirlo, Marco Verratti da Pescara.
Da piccolo gioca in spiaggia, un po’ come i brasiliani.
Ore e ore sulla spiaggia a prendere a calci un pallone di gomma con le porte tra due ciabatte o due zainetti, senza mai una traversa ben definita, ore che lo hanno aiutato a migliorare le sue ottime doti tecniche.
Da piccolo era tifoso juventino, come tutti nella sua famiglia.
Cresce nel settore giovanile del Pescara, la squadra della sua città che si dice l’abbia comprato per una cifra equivalente a seimila euro circa.
In età da Giovanissimi gioca con gli Allievi, e in età da Allievi scende in campo con la Primavera (in cui rimane molto poco, solo un anno tra Berretti e Primavera) perché le sue qualità sono un qualcosa che possono essere utili anche contro compagni più grandi.
Gli occhi delle grandi del Nord sono vigili su di lui, tanto che ChievoVerona, Atalanta ed Inter lo convocano per un provino.
Il Milan, invece, avrebbe preso più che volentieri il ragazzo sotto la sua ala protettiva, ma il Pescara decise di tenere tra le proprie fila un giocatore che, in futuro, sarebbe potuto essere una risorsa per il Delfino.
Lo stesso fece anche il curatore fallimentare, che respinse le advances dei più importanti club inglesi (Chelsea,United e Arsenal), che volevano approfittare delle difficoltà che il Pescara attraversava a livello economico in quel momento.
A meno di sedici anni debutta in prima squadra nello stadio della sua città, giocando nella gara di Coppa Italia contro il Mezzocorona.
Qualche settimana debutta da titolare in campionato con la maglia numero 10 sulle spalle, buttato nella mischia da uno che di talento da calciatore ne aveva parecchio, ovvero Giuseppe Galderisi (ex centrocampista di Verona e Juventus tra le altre).
In tutto sette gare nella prima stagione tra i professionisti, poi la stagione successiva è quella della promozione in Serie B tramite i play-off, anche se Gufetto (così lo soprannomina la fidanzata, perché dice che assomiglia a questo rapace) non trova moltissimo spazio, vista l’età giovanissima (stiamo parlando di un ragazzo che non ha raggiunto la maggiore età).
L’anno dopo, anche se la categoria è più competitiva, il piccolo Pirlo viene lanciato più spesso nella mischia da mister Di Francesco (allenatore che in pochi anni che allena ha lanciato due dei migliori giovani italiani: Verratti e Berardi), colleziona ben ventotto presenze e va in gol a Cittadella nell’ultima di campionato (partita di Marco semplicemente grandiosa, anche perché i suoi compagni non lo aiutarono giocando con assai poco mordente, ed il Cittadella riuscì a salvarsi evitando i play-out).
L’anno dopo in panchina arriva uno che non si fa problemi a puntare anche su gente sconosciuta (alla Lazio fu lui a credere per primo in Nesta e Di Vaio, tanto per fare un esempio), Zdenek Zeman, per molti il Maestro.
Dopo un inizio di campionato in cui fatica a trovare spazio, il ragazzo cresciuto sui monti della Majella si impone sul compagno Togni, a cui inizialmente il tecnico boemo aveva affidato le chiavi della regìa del centrocampo.
Il Pescara ottiene una promozione a dir poco incredibile e storica, e il giovane fatto in casa viene dipinto da tutti come uno dei protagonisti principali di una grandissima impresa (ai biancoazzurri riesce anche il sorpasso in classifica sul Toro nel finale di campionato, dopo che era stata ottenuta la promozione diretta in quel di Genova).
Le sirene di mercato impazzano introno a lui.
Prima la Juve e poi il Napoli sembrano vicini all’acquisto del suo cartellino, sempre secondo voci, ma l’offerta del Paris Saint-Germain è quella che maggiormente soddisfa le casse del Pescara, che quindi vende il giocatore al miglior offerente (oltre al vantaggio di non doverselo trovare di fronte nel campionato successivo, anche se non è stato di certo questo il motivo di tale scelta).
A Parigi non viene accolto con grande ottimismo, addirittura un quotidiano titolò “Mais qui est tu Marco Verratti?”
Dopo qualche panchina e qualche settimana difficile, il giovane regista inizia a entrare nel novero dei beniamini del pubblico del Parc des Princes, che spesso gli dedica il coro “Verrattì Verrattì”.
Se c’è un dato da sottolineare in negativo, sono sicuramente i troppi cartellini gialli (ben 10)
Una delle prove più impressionanti che gli ho visto fare rimane quella nel 2-2 contro il Barcellona lo scorso anno, dove entrò con una freddezza impressionante in partita disputando un’ottima gara, anche se davanti aveva gente che corrispondeva al nome di Xavi ed Iniesta, solo per citare i due grandissimi.
Durante la stagione si guadagna un posto da titolare a discapito di Thiago Motta al fianco di Matuidi.
Con Blanc Motta è molto importante, quindi a volte a sedersi in panchina è Matuidi, uno che l’anno scorso ha confezionato gol importantissimi sia nelle Ligue 1 che in Champions League.
Finora già diversi assist, ma anche qualche cartellino giallo di troppo, un difetto su cui deve assolutamente migliorare.


CARATTERISTICHE TECNICHE

A mio avviso per qualità il miglior regista italiano uscito dai nostri settori giovanili negli ultimi quindici anni, Verratti  può essere in futuro un perno fondamentale in un calcio italiano che ha buoni giocatori in prospettiva futura, ma forse nessun fenomeno, almeno per ora.
Non butta mai via il pallone, anche nelle situazioni complicate ed in zone del campo che vedono molti suoi compagni buttar via il pallone senza pensare a cosa si sta facendo.
Si muove discretamente senza palla, ma non ha un passo sveltissimo, e questo gli impedisce di essere incisivo sotto porta.
Deve, inoltre,(come detto in precedenza) cercare di prendere meno cartellini gialli per essere squalificato meno spesso, e anche rischiare di dover giocare le sua partite anche con un’attenzione diversa sotto il punto di vista psicologico.

 

NAZIONALE

Da giovanissimo non ha collezionato molte presenze con le divise delle selezioni azzurre.
Quattro presenze con l’Under 19 e quattro con l’Under 20.
Nella brillante stagione della promozione in Serie A con il Pescara debutta anche nella selezione Under 21, debuttando in amichevole contro la Francia, nella città del Festival del cinema più noto al mondo, Cannes.
Le sue prestazioni durante la stagione arrivano a sorprendere in maniera tale che Cesare Prandelli lo inserisce nella lista dei trenta preconvocati per il Campionato Europeo.
Il debutto arriva però dopo l’Europeo, quando nell’amichevole tra Italia ed Inghilterra subentra nella seconda frazione di gara.
Il primo gol in Nazionale arriva contro un’altra grande europea, sempre in amichevole, all’Amsterdam Arena contro l’Olanda, dove la sua rete permette di pareggiare una gara che l’Italia aveva rischiato di perdere (davvero notevole tra l’altro la sua giocata senza palla e il movimento che gli permise di presentarsi davanti a Krul dopo un bel dai e vai con Gilardino).
Nel giugno 2013 vola con l’Under 21,con la quale non giocava da diverso tempo, per disputare l’Europeo Under 21.
L’Italia arriva in finale, dove perde contro la fortissima Spagna (Illaramendi, Isco, Bartra, Thiago Alcantara, Montoya, De Gea).
Le sue prestazioni però non sono granchè in linea con quelle che erano le attese sulle sue prestazioni nella rassegna.
A volte anche compagni di mediana meno bravi e talentuosi (vedi Rossi e Crimi) hanno dato una mano più importante della sua, anche se nemmeno il Verratti che si era visto qualche settimana prima a Parigi avrebbe cambiato le cose in finale, troppo superiori infatti gli affamati spagnoli
.

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