giovedì 31 ottobre 2013

MATTIA DE SCIGLIO-1992-ITALIA





"Devo ancora imparare tanto per vestire questa maglia, ma mi giocherò il posto cercando di dare il massimo. Il mio idolo è sempre stato Maldini, ma è stato Nesta a lasciarmi di più e a darmi preziosi consigli quando ha lasciato il Milan a maggio. Mi fece l’in bocca al lupo, sono cose che conservo tra i ricordi più importanti".



Nome: Mattia
Cognome: De Sciglio
Data di nascita: 20 ottobre 1992
Luogo di nascita: Milano
Ruolo: Difensore

 
Massimiliano Allegri lo ha detto alla fine dell’anno che lo ha visto per la prima volta protagonista: sono molto contento di averlo lanciato, perché è un predestinato.
Eppure Mattia De Sciglio non ha sempre avuto la sicurezza di divenire un calciatore importante, perché non è il classico giocatore che in Primavera faceva sfracelli e si sentiva dire dagli amici che,se avesse continuato così, a breve sarebbero andati allo stadio a vederlo la domenica nei palcoscenici della Serie A, quelli che tutti sognano sin da bambino.
In Primavera, infatti, De Sciglio non è sempre stato titolare, perché aveva la concorrenza di Sampirisi (ora al Genoa) nel ruolo di terzino, e quindi spesso o veniva messo in panchina o veniva spostato più in avanti, in posizione di esterno di centrocampo.
Questo nella prima stagione, mentre nel 2010-11 si impone alla grande in una difesa solitamente a quattro, e spesso si posiziona pure come difensore centrale, visto che sulle corsie esterne c’era la concorrenza di Albertazzi e Sampirisi (due che sono arrivati in Serie A).
Tuttavia quella stagione saprà un pò di delusione per lui, siccome nelle finali scudetto le scelte dell’allenatore lo vedono quasi sempre fuori (in tre gare solo trentasette minuti contro la Roma in semifinale, persa per 1-0).
Il calcio dei grandi lo inizia ad assaggiare all’età di diciannove anni, quando gioca da titolare in una gara di Champions League a Praga,che vede il Milan già qualificato opposto allo Sparta Praga.
De Sciglio fatica assai, e per un po’ di tempo sparisce dai radar della prima squadra.
Continua a essere tesserabile per la categoria Primavera e quindi si disimpegna con i compagni in diverse gare, mentre partecipa nella fase finale ad un’unica gara, sempre una semifinale, che vede il Diavolo sconfitto dall’Inter, che risulterà vincitrice a fine torneo (In virtù del 3-1 sulla Lazio al Barbetti di Gubbio).
Nella seconda parte della stagione l’emergenza infortuni costringe Allegri a toglierlo dal dimenticatoio e così De Sciglio viene riproposto contro il Chievo, dove anche qui sembra essere un po’ in difficoltà (anche qualche errore in fase di controllo di palla).
Il finale di stagione però vede De Sciglio guadagnare punti nella mente dei tifosi del Milan e di Allegri.
Particolarmente interessante la prova offerta a partita in corso contro l’Inter in una notte che, vista la vittoria dei nerazzurri, spegnerà le speranze di scudetto per il Milan, che in alcuni momenti della stagione aveva avuto anche quattro punti in più del team di Antonio Conte.
L’anno dopo De Sciglio riesce ad entrare definitivamente nell’undici titolare del Diavolo.
Inizialmente palesa qualche difficoltà in fase difensiva, che poi inizia ad accusare sempre meno con il passare del tempo e l’accumulo di esperienza.
I suoi cross dal fondo, indifferentemente di destro e di sinistro, sono una manna dal cielo per gli avanti rossoneri, e in una stagione nel complesso non granchè esaltante De Sciglio si rivela il giocatore che è maggiormente migliorato rispetto a quando la stagione era cominciata.


Non è ancora arrivato il momento del primo gol nella massima serie, ma visto che ogni tanto ci prova pure da fuori, ci sembrerebbe strano se ciò non dovesse succedere presto.

 CARATTERISTICHE TECNICHE

Di lui stupisce la grande malleabilità e duttilità, visto che può giocare indifferentemente a destra o sulla corsia di sinistra,e ha una abilità davvero simile in entrambi i piedi, una cosa spesso non riscontrabile in giocatori anche di valore indiscutibile (tre esempi a caso: John Arne Riise,Ricky Alvarez e Chiellini, giocatori di solo mancino).
Le sue traiettorie tese e morbide allo stesso tempo sono un vero e proprio invito a nozze per i colpitori di testa delle squadre avversarie.
In fase difensiva deve migliorare nella scelta del tempo in alcuni interventi, ma anche questo è un aspetto su cui è già cresciuto molto.
Più che altro sono i frequenti infortuni che possono essere un mezzo campanello d’allarme.
Allegri lo ha persino utilizzato da difensore centrale in una gara della passata stagione, cosa non nuova per il ragazzo meneghino, visto che aveva già fatto diverse prestazioni in quella posizione nel settore giovanile.

NAZIONALE


Le prime gare con la maglia azzurra avvengono nel 2010, con la selezione Under 19 (di cui faceva parte anche Bardi).
Il primo gol in azzurro è contro una delle squadre tecnicamente meno valide, le Isole Far Oer, ma la gioia per lui immaginiamo sia ugualmente stata grandissima.
In quella selezione si alterna spesso sulla fascia di destra con Luca Ghiringhelli, che nell’estate del 2010 lo raggiungerà proprio al Milan (il suo cartellino era della Spal).
Il 2011 e il 2012 lo vedono, invece, impegnato sul fronte nazionale Under 20.
L’apprendista stregone (come lo soprannominerà Carlo Pellegatti) si ritaglia un ruolo molto importante con Gigi Di Biagio in panchina, partecipa a diverse gare del Torneo Quattro Nazioni ed anche a un Italia-Germania 4-3, davanti a un’ottima presenza di pubblico allo Zaccheria di Foggia (nella Germania era presente l’attuale difensore sampdoriano Mustafi).
Il salto nelle nazionale giovanile più importante arriva nel finale della stegione 2012, dopo qualche apparizione nei palcoscenici del calcio con la C maiuscola, dopo che Prandelli lo aveva convocato per l’amichevole contro l’Inghilterra in agosto, dove arrivò la prima chiamata per tantissimi giovani (El Sharaawy,Perin, Fabbrini, Schelotto e altri, come ad esempio Peluso e Destro).
La prima gara è contro il Liechtenstein ,e Insigne e compagni fanno ammattire la retroguardia della selezione del principato (l’attuale principe è Giovanni Adamo II).
I suoi progressi lo portano in breve tempo alla nazionale dei grandi, quella di Buffon e Pirlo, che forse qualche mese prima vedeva solamente in teelvisione.
Debutto con tanto di assist nella non brillante vittoria di Malta (0-2 e troppe occasioni da gol concesse a dei giocatori di scarsa fama), viene impiegato poche altre volte, ma la Confederations lo vede, tra la sorpresa generale, confermarsi pure con la selezione azzurra.
Titolare nelle gare del girone ed in campo per tutta la durata del match, in semifinale con la Spagna Prandelli scelse giustamente il 3-5-2, con una scelta però alquanto bizzarra.
Fuori uno dei più positivi delle ultime gare (in una formazione in condizioni fisiche non eccellenti) e dentro Giaccherini, che quel ruolo non è che lo abbia ricoperto con chissà che continuità.
Il centrocampista del Sunderland fece bene, ma nella finale terzo quarto posto tornò titolare De Sciglio (nuovo cambio di modulo 4-3-2-1), che segnò anche dagli undici metri nella lotteria dei rigori che diede la medaglia di bronzo agli uomini di Claudio Cesare Prandelli.
Prandelli lo considera un possibile titolare della nazionale azzurra, anche perché il terzino del Milan ha guadagnato la sua fiducia dopo la grande Confederations Cup disputata nel giugno 2013 in Brasile.
Grandi prestazioni praticamente in tutte le gare in cui è sceso in campo, con un’unica macchia, una sbagliata copertura del pallone che ha generato il gol del momentaneo 1-0 del Giappone sugli azzurri nella seconda gara del girone eliminatorio.
Una volta tornato dall’infortunio dovrà convincere il ct che le scorse prestazioni potranno essere ripetute in futuro.



Risultati Serie B 11 giornata


Serie B Intralot-Risultati 11 giornata

Venerdì  25 ottobre
Ore 20,30

Reggina-Pescara 2-3 (Autogol Schiavi,Gerardi-Maniero su rigore,Politano,Ragusa)

Sabato 26 ottobre
Ore 15
Bari-Trapani 1-1 (Fedato-Mancosu)
Brescia-Siena 2-2 (Coletti, Autogol Giacomazzi- Pulzetti,D’Agostino)
Carpi-Latina 1-1 (Memushaj-Morrone)
Juve Stabia-Empoli 0-2 (Tavano, Mchedlidze)
Lanciano-Padova 1-0 (Thiam)
Palermo –Varese 0-0
Spezia-Modena 2-1 (Ebagua, Ebagua-Mangni)
Ternana-Crotone 2-3 (Antenucci,Nolè-Pettinari,Bidaoui,De Giorgio)

Lunedì 27 ottobre
Ore 20,30
Novara-Cesena 1-1 (Rubino-Cascione)

Martedì' 28 ottobre
Ore 20,30

Cittadella-Avellino 1-2 (Coralli-Galabinov, Galabinov)

NEYMAR-1992-BRASILE

foto di :Ronnie Macdonald, fonte: Wikipedia
Nome: Neymar Da Silva Junior Santos
Data di nascita: 5 febbraio 1992
Luogo di nascita: Mogi Das Cruzes
Ruolo: Attaccante
Probabilmente tra i migliori cinque attaccanti al mondo, tra i ragazzi ancora in età da Under 21 è senza dubbio il più forte del lotto.
Nato nello stato di San Paolo, prende il nome dal padre (che è stato anch’egli un calciatore).
Già da quando è un bambino ancora si intravede che questo ragazzo ha tutte le qualità non solo per sfondare nel calcio che conta, ma per andare a continuare la tradizione di campioni verdeoro che da sempre caratterizza al calcio del paese carioca.
Tutti i club brasiliani più importanti mandano i propri osservatori a visionare le partite di questo campioncino in erba.
A 11 anni si trasferisce con la famiglia a Santos, e lì inizia a militare tra le fila della squadra che fu del grande Pelè.
I primi guadagni ottenuti con le giovanili (a 16 anni percepiva già quasi diecimila euro al mese, e non aveva ancora un contratto come tesserato professionista) permettono ai famigliari di acquisire una proprietà.
A 17 anni viene lanciato in prima squadra in avvio di stagione, dove in Brasile si disputano i campionati regionali.
In 10 gare mette a segno tre marcature, una delle quali decisiva per far sì che il suo team possa accedere alla semifinale.
Da lì in poi acquisisce sempre più fiducia, tanto che nel successivo Brasileirao riesce a conquistarsi un posto da titolare: una scelta ben ripagata dallo stesso Neymar sul campo, visto che a fine campionato (il primo in carriera tra i professionisti) riuscirà ad arrivare in doppia cifra.
Viene persino chiamato a fare da testimone per uno spot della Nike, dove è protagonista di un gol al volo su cross scagliato da sé stesso (chiaramente era una simulazione fatta al computer).
Nel 2010 cresce ancora di più, segna 17 reti in 31 partite e 11(!) in otto gare in coppa (con tanto di pokerissimo in una sola partita).
Grazie ad una doppia vittoria sul Vitoria Bahia i bianconeri conquistano la Coppa del Brasile, e in avvio di stagione conquistano il campionato statale (il Paulistao).
In questa stagione avviene un episodio assai insolito.
In una gara di questa stagione il compagno Marcel realizza un rigore che avrebbe dovuto tirare l’attuale numero 10 della nazionale, ma Neymar prima non festeggia con la squadra e poi non passa più il èallone ai compagni di squadra in segno di protesta.
Mister Dorival Júnior decide di tenerlo in panchina per le due partite successive; la dirigenza decide di esonerare l'allenatore, visto che tra l’altro la squadra non attraversa un periodo di grande spolvero.
Nel 2011 oltre ad una nuova conquista del Campionato Paulista (gol decisivo in finale) arriva anche un ruolo da grande protagonista nella vittoria della Copa Libertadores , segnando anche una rete nella finale di ritorno.
A fine anno arriva il premio di miglior giocatore del Sudamerica (assegnato da El Pais), mentre sul podio si posiziona terzo il compagno di squadra Ganso.
Il mese dopo entra nella top ten mondiale, in quanto si classifica decimo nella graduatoria del Pallone d’Oro.
Nonostante le annate del Santos non siano esaltanti in campionato dal punto di vista della classifica, il talento del “moicano” è sempre al centro dell’attenzione di media e tifosi non solo brasiliani.
La sua media gol arriva ad essere addirittura pazzesca nell’ultima stagione disputata in Brasile, dove tra Campionato Paulista e quello statale mette a segno 43 gol in 47 gare, roba da far impallidire anche i più grandi di qualsiasi epoca.
In generale Neymar è una seconda punta che segna quanto un centravanti, perché dal 2010 al 2012 è stato il giocatore che ha segnato di più in Brasile
Il settembre 2012 è per lui un mese magico.
Il 16 settembre mette a segno un gol semplicemente eccezionale nella gara contro il Coritiba, dopo aver saltato quattro avversari e poi il portiere della squadra avversaria, mentre undici giorni dopo conquista la Recopa Sudamericana (torneo conteso tra le vincenti della Libertadores e della Copa Sudamericana dell’anno passato) e mette a segno una rete nel 2-0 all’Universidad de Chile nel match di ritorno.
Il 31 dicembre 2012 passa un felice Capodanno, visto che per il secondo anno di fila gli viene assegnato il premio di Pallone d’oro sudamericano.
A giugno 2012 firma col Barcellona, che batte la concorrenza del Bayern e del Real e si assicura le prestazioni dell’asso brasiliano per  una cifra pari a 57 milioni di euro.
Di questi soldi solo ventisette sono entrati nelle casse del suo ex club, mentre oltre il 52% dei soldi dell’operazione sono andati in commissioni, anche perché due società private possedevano percentuali assai importanti del cartellino di Neymar.
Ha iniziato la stagione con un gol in Supercoppa contro l’Atletico Madrid, anche se il gol che realizzato nel Superclasico contro il Real nella gara del Camp Nou è stato quello che finora ha pesato di più in una stagione finora non proprio esaltante.
Qualcuno da giovane lo aveva battezzato come “the next Robinho”, ma la carriera di Neymar pare destinata a soddisfazioni maggiori di quelle dell’attaccante del Milan.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Talento eccezionale, uno di quei campioni che spesso e volentieri appassionano anche chi non guarda il calcio solitamente, e aiuta ad amare sempre di più il gioco del pallone agli appassionati.
Tecnica notevole che gli permette di disimpegnarsi bene sia con il piede destro che con il sinistro, fa del dribbling la sua abilità più importante, ma in generale è un giocatore completo sotto tutti gli aspetti.
Ha un ottimo tiro dalla media distanza, che gli ha anche permesso di mettere a segno parecchi gol su calcio di punizione diretto.
Non è fisicamente un  mostro, eppure è abile anche nel colpo di testa, visto che ha una grande capacità nel saper leggere le traiettorie dei palloni.
Qualcuno lo etichetta come pagliaccio e cascatore, visto che spesso a detta di qualcuno esagera con giochi di prestigio che innervosiscono gli avversari.
Questo è però un qualcosa di legittimo, visto che è semplicemente un modo in più che il ragazzo usa per avere la meglio sull’avversario, ed avere più possibilità di ottenere risultati positivi sia a livello singolo che di squadra.
Sulle simulazioni nulla da dire, anche perché rischia di rendersi antipatico agli occhi di arbitri ed avversari…..
Per informazioni, chieda a Milos Krasic o a Pavel Nedved come è difficile togliersi l’etichetta di tuffatore….

NAZIONALE

A 17 anni gioca il Mondiale under 17, ma il Brasile viene eliminato al primo turno.
Tuttavia Neymar gioca tutte e tre le gare e mette a segno un gol all’esordio.
L’esplosione in nazionale avviene nell’anno 2011, durante il campionato sudamericano under 20, dove Neymar si laurea capocannoniere del torneo e quando dopo una di queste partite gli fu chiesto se in qualche modo lui si rivedesse in Pelè, rispose che il suo stile di gioco è più simile a quello di Manè Garrincha, probabilmente la miglior ala destra di sempre.
Nella gara contro il Paraguay arriva a mettere a segno addirittura quattro reti (nello stesso torneo due doppiette e un gol segnato alla Colombia).
Molti in Brasile lo vorrebbero al Mondiale sudafricano nel 2010, ma Dunga preferisce puntare su Robinho, Grafite, Lùis Fabiano, Nilmar e Jùlio Baptista.
Il suo esordio arriverà subito dopo il mondiale, e subito andrà in gol nell’amichevole contro la Scozia.
La Copa America 2011 è la grande occasione per iniziare a diventare una sorta di nuova icona del calcio-samba, ma Neymar non riesce a incidere troppo, se escludiamo la doppietta contro l’Ecuador.
Alla prima gara del turno eliminatorio il Brasile viene eliminato dal Paraguay, che poi giungerà alla finale di Buenos Aires contro l’Uruguay.
L’estate dopo partecipa al torneo olimpico di Londra, dove il Brasile si presenta con un vero e proprio dream team.
Realizzerà tre reti, ma il Brasile non riuscirà a portare a casa la medaglia d’oro vista la sconfitta contro il Messico nella finale a Wembley.
Il riscatto lo regalerà lui stesso a milioni e milioni di brasiliani un anno dopo.
Si gioca la Confederations Cup, e mentre impazzano le proteste dei giovani brasiliani che non accettano alcune situazioni spiacevoli presenti nel paese, Neymar sciorina grandi prestazioni che mandano in brodo do giuggiole i sempre appassionati e rumorosi sostenitori della Selecao.
Nel girone mette a segno tre reti contro il Giappone, il Messico e l’Italia, tutte e tre di pregevole fattura.
In semifinale il protagonista non è lui ma Jùlio Cèsar, ma l’angolo su cui svetta di testa Paulinho nasce dai suoi sapienti piedi.
In finale segna una rete e la Spagna va al tappeto per 3-0, chiudendo nel migliore dei modi una manifestazione che ha regalato emozioni.


 

mercoledì 30 ottobre 2013

Risultati Serie A 9 Giornata


Risultati Serie A 9 giornata

Sabato 26 ottobre
Ore 18
Sampdoria-Atalanta 1-0 (Mustafi)
Ore 20,45
Inter-Verona 4-2 (autogol Maietta, Palacio, Cambiasso, Rolando-Martinho, Romulo)


Domenica 27 ottobre
Ore 12,30
Napoli-Torino (2 Higuaìn su rigore)
Bologna-Livorno 1-0 (Crespo)
Catania-Sassuolo 0-0
Chievo-Fiorentina 1-2 (Cesar-Cuadrado,Cuadrado)
Juventus-Genoa 2-0 (Vidal su rigore,Tèvez)
Parma-Milan 3-2 (Parolo,Cassano,Parolo-Matri,Silvestre)
Udinese-Roma (Bradley)
Ore 20,45
Lazio-Cagliari 2-0 (Klose,Candreva su rigore)

GLI SVILUPPI DEL CASO MOROSINI


L'avviso di conclusione delle indagini sulla morte di Piermario Morosini é stato recapitato ai 3 medici indagati.
Sono ora indagati il medico del 118 Vito Molfese, il responsabile medico del Pescara Ernesto Sabatini e quello del Livorno Manlio Porcellini
Entro fine anno il pm Valentina D'Agostino dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio dei tre medici.

lunedì 28 ottobre 2013

STEPHAN EL SHARAAWY-1992-ITALIA

          
"Su facebook cucco alla grande, si trova molta roba online. Appena arrivi in serie A, l'attenzione erotica intorno a te si moltiplica. Mi piace"

Nome: Stephan
Cognome: El Sharaawy
Data di nascita: 27 ottobre 1992
Luogo di nascita: Savona
Ruolo: Attaccante

Senza dubbio uno dei  giovani italiani più interessanti negli ultimi dieci anni, El Sharaawy è anche uno dei giocatori preferiti del pubblico di San Siro, nonostante negli ultimi mesi qualcuno (secondo me esagerando un pochino) per le prestazioni spesso insufficienti fornite dal crestato.
Nato a Savona da madre italiana e padre egiziano, viene soprannominato Faraone a causa delle origini egiziane.
Dopo aver iniziato a militare tra le fila del Legino, un club del savonese, passa al Genoa non ancora quattordicenne.
A sedici anni debutta in serie A giocando gli ultimi minuti di Chievo-Genoa il 21 dicembre 2008.
Nel 2009-10 gioca anche uno scampolo di gara contro la Juve all’Olimpico di Torino e qualche volta va in panchina con la prima squadra (anche tre volte in Uefa Europa League).
L’anno dopo è quello della consacrazione nel calcio che conta.
In Serie B trova una società disposta a dar fiducia a questo ragazzo non ancora maggiorenne per aiutarlo a  crescere ed esplodere.
Già la prima partita un segnale forte mister Calori lo manda a Totò Di Nardo, una garanzia per il Padova.
Questa è la casacca, quella la panchina, quello il rettangolo verde ma lo calcherà Stephan e non tu…..
Il primo gol arriva alla quarta giornata nella vittoria per 4-0 sulla Reggina.
Dopo un inverno un po’ faticoso, ecco che con l’anno nuovo la Serie B trova la sua rivelazione.
A fine campionato realizza sette gol, e il Padova passa dal rischio playout a un eccezionale play-off centrato grazie ad una rimonta effettuata da quando Dal Canto ha preso in mano la squadra.
Ed è con lui che EL92 trova la giusta strada che lo porterà all’esplosione di tutte le sue qualità.
Si arriva al playoff con tante speranze e sogni.
La città patavina impazzisce per la doppietta che El Sharaawy realizza a Varese nel ritorno della semifinale, che aiuta i biancoscudati a raggiungere la finale che vedrà come avversario il Novara, neopromosso e autentica rivelazione del campionato cadetto 2011.
Ma lo 0-0 dell’Euganeo all’andata rende le cose più difficili.
Al ritorno dopo dodici minuti Cèsar commette una colossale ingenuità, che lo costringe a buttare giù Gonzalez appena prima dell’ingresso dei  sedici metri dei patavini.
Rosso e punizione dal limite.
Dal Canto si copre, e sceglie di mettere in campo una punta in meno, sostituendolo con Trevisan.
Ma il sacrificato è il suo uomo più in forma, El Sharaawy.
Anche i giornalisti che quotidianamente seguono il Padova disapprovano in tribuna stampa, e siccome al peggio non c’è mai fine, Gonzalez realizza un gol eccezionale sul successivo calcio piazzato.
Finirà 2-0 e con tanti applausi comunque e, ovviamente, qualche rimpianto.
Il suo finale di stagione non lascia indifferente il Genoa, proprietario del cartello, che lo richiama alla base per una nuova stagione in Liguria.
Ma Adriano Galliani ha ottimi rapporti con Preziosi, e allora i rossoneri provano ad effettuare una scommessa su di lui, prendendolo in compartecipazione e girando al Grifone la metà del cartellino di Alexander Merkel.
Alla fine il costo dell’operazione sarà di 14 milioni di euro in tutto (a riscatto dell’intero cartellino completato, effettuato nel giugno del 2012).
Al Milan cresce allenandosi con gente del calibro di Seedorf ed Ibrahimovic.
Segna due reti in campionato (entrambe contro l’Udinese) e due in Coppa Italia (una contro la Juve in semifinale) e mette a segno tre assist.
Allegri ha a disposizione Ibra,Pato,Robinho e Cassano, quindi la concorrenza non è di quelle semplici da affrontare, ma quando ne ha bisogno Max lo butta nella mischia (vedi per esempio nella gara di ritorno in Champions contro l’Arsenal, dove El Sharaawy spreca un paio di buone chance).
L’anno del dopo Ibra e Thiago Silva si apre all’insegna dello scetticismo dei tifosi, che vogliono un Milan giovane ed affamato.
Lui, da sempre tifoso milanista, dopo qualche iniziale difficoltà, inizia a segnare con una continuità pazzesca, tanto che alla fine del girone di andata ha già messo a segno la bellezza di quindici marcature, roba da stropicciarsi gli occhi.
In Italia si parla di lui ovunque, e la sua faccia da bravo ragazzo ispira molta simpatia anche a chi questo sentimento non lo prova per il Diavolo.
Nella seconda parte di stagione viene spostato a sinistra per l’arrivo di Balotelli, e palesa un momento di minor lucidità sia dal punto di vista realizzativo che in alcune prestazioni, anche se lascia il segno per la prima volta nel derby della Madunina, infilando nella porta di Handanovic un suggerimento del grande amico Prince Boateng.
In estate disputa un discreto precampionato, realizzando anche una doppietta nella gara persa per 5-3 contro il Manchester City.
I preliminari contro un Psv giovanissimo gli permettono di riscattarsi dalle critiche piovute su di lui nelle ultime settimane.
Ad Eindhoven segna subito, anche se poi fallisce altre discrete occasioni per segnare, cosa che succederà anche al ritorno, dove comunque il Milan metterà in ghiaccio la qualificazione alla fase ai gironi della massima competizione del Vecchio Continente.
In avvio di campionato si infortuna però gravemente, dopo che le ultime ore di mercato sembravano vederlo lontano dal Milan.
In estate più volte si è parlato di offerte importanti sul suo conto, in particolare da parte di Monaco e Anzhi (che avrebbe offerto una cifra di circa 30 milioni ed un lauto ingaggio all’attaccante) ma alla fine sia il Milan che il giocatore hanno preferito continuare a scrivere assieme una storia che probabilmente non ha ancora visto scritte le sue pagine migliori.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Giocatore che rappresenta sotto molti punti di vista il prototipo del calciatore moderno, viste le sue buone doti tecniche e fisiche, oltre ad una velocità ed un dribbling che fanno di lui una spina nel fianco delle difese delle compagini avversarie nelle sue giornate di miglior forma.
Nelle giovanili del genoa giocava come trequartista o esterno sinistro, mentre al Milan ha fatto persino la punta centrale, prima dell’arrivo di Balotelli (altro calciatore con cui è in ottimi rapporti
).

NAZIONALE

Il suo impatto con la maglia della nazionali azzurre è più che ottimo: quattro reti in otto gare giocate con la maglia dell’Under 16.
Nella stessa stagione dell’esordio nella massima serie gioca gli europei under 17, dove gli azzurri uscirono sconfitti in semifinale dalla Germania padrona di casa in cui c’erano Ter Stegen e Gotze.
In quella competizione non segna, ma disputa un discreto europeo ed è da un fallo su di lui che nasce il rigore che consente all’Italia di passare il girone nella gara contro la Francia, poi trasformato dal difensore Sini.
Al mondiale under 17 dell’anno successivo non trova sempre spazio, anche perché nelle preferenze di mister Salerno sembrano esserci Beretta, Dell’Agnello e Iemmello.
L’Italia esce sconfitta dalla Svizzera che poi si laureerà campione (squadra di grande qualità con elementi del calibro di Ben Khelifa,Rodriguez,Seferovic).
Le buone prestazioni con i suoi club, fanno successivamente di lui un calciatore sempre considerato e stimato dai tecnici delle varie nazionali giovanili successive all’Under 17 (under18,19 e 21).
Con Ciro Ferrara esordisce in Under 21 nei minuti finali di Italia-Ungheria 2-0 in quel di Casarano, paese natale di un certo Fabrizio Miccoli.
Nel giugno 2012, realizza in pochi giorni tre gol, due al Liechtenstein ed uno all’Irlanda in una gara clamorosamente persa dagli azzurrini di Mangia (che aveva sostituito in corsa l’ex difensore di Napoli e Juventus) già qualificati.
L’avvio incredibile con il Milan la stagione successiva, fa sì che Stephan non giocherà più con la selezione giovanile (anche se sarebbe ancora oggi in età, fino ai prossimi europei nel giugno 2014).
Questo perché Prandelli vuole fare di lui un giocatore importante del suo gruppo.
Esordisce con l’Inghilterra in una gara con tantissimi debuttanti tra le fila azzurre, il primo gol lo segna nell’amichevole del Tardini contro la Francia a novembre, su pregevole assist di Riccardo Montolivo.
A giugno viene messo nella lista dei ventitrè per il Brasile, obiettivo ben figurare nel suggestivo scenario della Confederations Cup.
El Sharaawy arriva alla fine della stagione scarico sia moralmente che fisicamente, infatti Prandelli lo schiera solo nelle finale per il bronzo, in cui comunque trasforma il secondo dei quattro penalty tirati dagli azzurri.
Certo, in alcuni momenti, in cui l’Italia ha persino giocato con Giovinco prima punta, forse anche se non in condizione non sarebbe stata una cosa ignobile vederlo sul terreno di gioco.
Ora il Brasile spera di rivederlo all’inizio della prossima estate……


venerdì 25 ottobre 2013

RAPHAEL VARANE-1993-FRANCIA




"Somiglio a Thiago Silva, ma mi ispiro a Thuram"    



Nome: Raphael
Cognome: Varane
Data di nascita: 25 aprile 1993
Luogo di nascita: Lilla
Ruolo: Difensore


In questo caso parliamo di un giocatore che gioca già in una grandissima squadra, e a mio giudizio è forse il classe 1993 più forte al mondo.
Non ancora maggiorenne debutta nel massimo campionato francese, nel 2010, con la maglia del Lens, una delle nobili decadute del calcio d’oltralpe.
Questo avviene dopo che Raphael aveva iniziato la stagione con la squadra riserve dei giallorossi.
Da lì in poi colleziona diverse presenza figurando in maniera positiva, tanto da attirare le attenzioni dei più importanti club europei sulle sue prestazioni sportive.
Per un diciottenne ventitrè presenze (tutte meno una da titolare) e due reti nella Ligue 1 non sono niente male, e di questo ne è consapevole anche Zinedine Zidane, che gli fece visitere il centro sportivo di Valdebebas assieme a Mourinho per convincerlo della bontà della scelta che avrebbe fatto non appena avesse optato per vestire la camiseta blanca.
Alla fine, per una cifra vicina ai 10 milioni, arriva l’atteso trasferimento.
Florentino Perez capisce che l’investimento è di quelli che alla lunga potrebbero portare frutti eccezionali, cosicchè nel suo contratto con la squadra iberica è presente una clausola di rescissione di 200 milioni di euro, roba impensabile per un attaccante, figuriamoci per uno che di mestiere fa il difensore centrale.
Fa subito breccia nei cuori dei tifosi del Madrid dopo una rete di tacco segnata nel derby col Rayo Vallecano, anche se nella sua prima stagione al Bernabeu, come era preventivabile, la panchina fu parecchia (anche qualche tribuna).
Si toglie comunque qualche soddisfazione qua e là (terzo più giovane debuttante del Real in Champions dopo Raul e Casillas), ed è un vero e proprio pilastro della selezione under 21 francese (padre originario della Martinica, ma è francese al 100%).
Inoltre Mourinho capisce che in un futuro nemmeno troppo remoto sarà difficile lasciarlo marcire in panchina, ed in allenamento prova spesso uno dei suoi fedelissimi (Pepe) in posizione di frangiflutti davanti alla linea difensiva.
Viene inserito da don Balon nella lista dei migliori cento giocatori di calcio nati dal 1 gennaio 1992 in avanti.
L’anno dopo è quello della definitiva consacrazione.
Non gioca sempre, ma quando lo fa avviene spesso per tutta la gara, e l’essere schierarato vuol dire per Mourinho lasciare in panchina Pepe o Carvalho, molto spesso entrambi (Varane ha spessissimo fatto coppia con l’insostituibile Sergio Ramos).
A fine 2012 arriva la convocazione con la nazionale maggiore, ed in Francia viene sempre più ritenuto simile a Laurent Blanc, uno che è rimasto nel cuore da quelle parti per la vittoria del Mondiale 1998.
Ad esaltarlo sono le coppe, visto che in Champions gioca tutte le gare a parte una ed in Coppa del Rey mette a segno due gol (entrambi in semifinale al Barca, uno all’andata ed uno al ritorno), che aiutano il Real a giocarsi la finale nel “Derbi madrileño”, che sarà però costretto a non giocare a causa di un problema fisico.
L’interesse di Manchester United e Paris Saint Germain esce sulla stampa, ma il giocatore non parte, come prevedibile ampiamente, dalla capitale iberica.
Per Don Pulido (soprannominato così per la sua grande correttezza) arrivano anche elogi da Mourinho che
lo definì straordinario e disse di lui che assieme a Ramos avrebbe sarebbe stato il futuro del Real nel reparto arretrato.
In avvio di questa stagione ha avuto qualche problema fisico che non gli ha permesso di giocare le prime gare, e finora sembra non essere un titolare per Ancelotti.
Gli anni per Pepe iniziano ad essere trenta, sta a lui cercare di rubare il posto all’esperto compagno, ma le gare da qui alla fine saranno tante, e le sue qualità sono assai poco discutibili.
Curiosità: appartiene alla stessa scuderia di giocatori del calibro di Cavani, Ramires, Fernandinho, Llorente,Kovacic, Giroud e Courtouis.

CARATTERSITICHE TECNICHE


Fisico possente e personalità gli permettono di giocare con una sicurezza praticamente inrintracciabile in tutti i suoi coetanei.
Eleganza nei movimenti e negli anticipi lo rendono uno dei difensori che è maggiormente piacevole veder scendere in campo.

NAZIONALE

Nel 2012, la macchia della stagione è rappresentata dall’eliminazione dagli Europei Under 21 allo spareggio con la Norvegia, con un clamoroso 5-3 rifilato dalla nazionale scandinava a capitan Corchia e compagni.



Non ha ancora vent’anni quando debutta con la maglia della nazionale maggiore allo Stade de France contro la Georgia (nel giorno del debutto del coetaneo Pogba).
Qualche giorno dopo viene riconfermato nel big match perso con la Spagna.
Prima dell’under 21 aveva collezionato solo due presenze (e una rete) con l’Under 18 e una partita con la maglietta dell’under 20.

mercoledì 23 ottobre 2013

DOMENICO BERARDI-1994-ITALIA



"Tutto è iniziato per caso, quando sono salito a Modena per trovare mio fratello. Passioni? Sono interista"

Nome: Domenico
Cognome: Berardi
Data di nascita: 1 agosto 1994
Luogo di nascita: Cariati (RC)
Ruolo: Attaccante

Forse perché in Under 21 non è stato ancora convocato (e nemmeno in Under 20), forse perché sinora nella massima serie ha solo messo a segno reti su rigore, forse perché per squalifiche dovute a provvedimenti disciplinari di vario tipo ha saltato buona parte dell’inizio dell’anno calcistico 2013-2014, ma Domenico Berardi è un ragazzo che molti considerano un bel giocatore, ma nulla di più.
Premesso che non vogliamo fare di Berardi né il nuovo Messi né il nuovo Maradona, anche perché non ci si può aspettare questo da un ragazzo che si sarebbe messo a ridere se due anni fa gli avessimo detto che di lì a poco avrebbe giocato in A, mi permetto di dire che in passato tanti ragazzi sono stati esaltati per aver fatto di meno di lui.
La sua è una di quelle storie interessanti, diversa da molti ragazzi che arrivano in serie A dopo una trafila nel settore giovanile di una squadra e poi raggiungono i loro obiettivi dopo una serie di prestiti e periodi passati a fare esperienze di vario tipo.
Berardi arriva in Emilia nel 2010, e viene aggregato alla formazione degli Allievi Nazionali, da cui poi farà il salto in Primavera già il primo anno (tre presenze, due volte sostituito).
Curioso, però, il modo in cui fu scelto dalla società modenese.
Lo racconta Luciano Carlino, vice-allenatore degli Allievi regionali dei neroverdi: “Non è una leggenda come tante, è andata proprio così. Il fratello Francesco è un mio amico. Allora studiava a Modena, in quei giorni aveva ricevuto la visita di Domenico e se lo portò dietro alla nostra classica partitella del mercoledì. In quell’occasione Domenico lasciò tutti a bocca aperta: un fenomeno. Non aspettai neppure un giorno
– racconta ancora Carlino – andai subito a chiedere al mio direttore sportivo di potergli fare un provino al campo. Al mio ds bastarono venti minuti. Mi prese da parte e mi disse: hai ragione, è davvero il più buono di tutti. Giocatore d’altri tempi, con una fame incredibile. Di ragazzi, anche bravi, ne vedo tutti i giorni: Domenico però era più determinato e meno viziato rispetto alla media. E a livello tecnico bastava guardarlo calciare: dieci tiri su dieci finiti all’incrocio dei pali, segnava sempre: impressionante. Ha un sinistro che fa male da qualsiasi posizione. Per il passo arioso e l’andatura con cui taglia il campo ricorda Robben”.(Fonte:Tuttosport).
Poi la stagione successiva si mette in mostra nel Campionato Primavera, segnando 5 gol in 18 gare.
Segna anche a Juve e Fiorentina, forse nel primo caso un segno del destino chissà.
Il Sassuolo non ha una grande annata,  eppure per Domenico la strada inizia a farsi interessante.
I dirigenti neroverdi lo individuano come un prospetto interessante, e viene portato in ritiro da mister Di Francesco con la prima squadra.
In questi momenti è lecito aspettarsi che, pur rimanendo coi piedi per terra, un ragazzo inizi a sognare.
Ed il 27 agosto accade qualcosa che il talento di Cariati non dimenticherà mai più….
Si gioca a Cesena e a sorpresa in panchina va Catellani, uno che la stagione precedente ha giocato in Serie A ,per capirci.
Berardi gioca alla grande e si procura un rigore provocando l’espulsione di un altro che la Serie A la conosce in modo discreto, Andrea Rossi.
Da lì in poi la sua carriera si accende, e acquista un ruolo sempre più importante all’interno del Sassuolo.
Segna undici reti in trentaquattro gare (non male per un ragazzo al primo anno in B e neomaggiorenne).
Alcuni dei suoi gol sono decisivi (vedi a Vicenza o con la Juve Stabia) e le reti realizzate sono state sia di sinistro che di destro, segno della grande abilità tecnica del calciatore.
Diverse anche le marcature su calcio di punizione, vere e proprie parabole impossibili per i portieri avversari.
Durante la stagione iniziano le voci di mercato, che vedono i maggiori club inglesi ed italiani interessati alle sue prestazioni (City,United,Chelsea,Juve,Napoli).
Alla fine è proprio la Juventus a spuntarla.
La società di Corso Galileo Ferraris lo acquista per lasciarlo maturare in prestito in Emilia nell’ambito dell’operazione Marrone-Ziegler al Sassuolo.
Dopo aver saltato le prime quattro giornate per squalifiche dovute ad un battibecco con Fiorillo del Livorno nella passata stagione, ed una sanzione della FIGC per non aver risposto a una chiamata dell’ Under 19, ritorna a calcare i campi da calcio ed in quattro gare ha finora realizzato due gol (entrambi su rigore, a Parma e domenica contro il Bologna).

CARATTERISTICHE TECNICHE

Ambidestro, calcia bene sia con il sinistro che con il destro, e anche nella passata stagione ha messo a segno marcature col piede non preferito (il destro).
Fisicamente è abbastanza ben dotato (1,83 m), e forse può ancora migliorare la sua struttura e la sua situazione dal punto di vista muscolare.
Spesso aiuta la difesa con intelligenti ripiegamenti, il che lo rende ancora più utile al Sassuolo.
Nasce come esterno, ma la buona rapidità e vena realizzativa lo portano a giocare, a volte in posizione un po’ più centrale (quando Di Francesco ha giocato col 3-5-2 ha giocato seconda punta).

NAZIONALE

Con l’azzurro non ha avuto finora un grande rappporto, perlomeno in termini di presenze.
Lo scorso anno ha giocato tre gare amichevoli con l’Under 19 (due assist e un gol).
A far parlare di lui è stata però una polemica riguardante una mancata presentazione ad una convocazione dell’under 19.
Il giorno dopo la promozione in A Berardi avrebbe dovuto imbarcarsi per la Russia (a Krasnodar) coi compagni per disputare la fase finale degli Europei della stessa Under 19.
Ma il giocatore non arrivò in orario all’appuntamento e per diverse ore non fu rintracciabile.
Dopo questa vicenda, la Federcalcio ha scelto di bandirlo da tutte le nazionali azzurre per 9 mesi per l’ormai stranoto codice etico.
Sacchi ha speso parole di rimprovero dicendo che per parecchio tempo non si sapeva nemmeno dove fosse il ragazzo.
Questo episodio lo ha penalizzato a mio giudizio oltremodo, anche se una telefonata ai dirigenti per parlare del suo ritardo, avrebbe dovuto farla.
Anche perché la maglia azzurra ha sempre un sapore speciale......
Chissà che in futuro non ce lo possa dimostrare ancora una volta proprio lui.....Domenico, Domenico Berardi