giovedì 31 ottobre 2013

MATTIA DE SCIGLIO-1992-ITALIA





"Devo ancora imparare tanto per vestire questa maglia, ma mi giocherò il posto cercando di dare il massimo. Il mio idolo è sempre stato Maldini, ma è stato Nesta a lasciarmi di più e a darmi preziosi consigli quando ha lasciato il Milan a maggio. Mi fece l’in bocca al lupo, sono cose che conservo tra i ricordi più importanti".



Nome: Mattia
Cognome: De Sciglio
Data di nascita: 20 ottobre 1992
Luogo di nascita: Milano
Ruolo: Difensore

 
Massimiliano Allegri lo ha detto alla fine dell’anno che lo ha visto per la prima volta protagonista: sono molto contento di averlo lanciato, perché è un predestinato.
Eppure Mattia De Sciglio non ha sempre avuto la sicurezza di divenire un calciatore importante, perché non è il classico giocatore che in Primavera faceva sfracelli e si sentiva dire dagli amici che,se avesse continuato così, a breve sarebbero andati allo stadio a vederlo la domenica nei palcoscenici della Serie A, quelli che tutti sognano sin da bambino.
In Primavera, infatti, De Sciglio non è sempre stato titolare, perché aveva la concorrenza di Sampirisi (ora al Genoa) nel ruolo di terzino, e quindi spesso o veniva messo in panchina o veniva spostato più in avanti, in posizione di esterno di centrocampo.
Questo nella prima stagione, mentre nel 2010-11 si impone alla grande in una difesa solitamente a quattro, e spesso si posiziona pure come difensore centrale, visto che sulle corsie esterne c’era la concorrenza di Albertazzi e Sampirisi (due che sono arrivati in Serie A).
Tuttavia quella stagione saprà un pò di delusione per lui, siccome nelle finali scudetto le scelte dell’allenatore lo vedono quasi sempre fuori (in tre gare solo trentasette minuti contro la Roma in semifinale, persa per 1-0).
Il calcio dei grandi lo inizia ad assaggiare all’età di diciannove anni, quando gioca da titolare in una gara di Champions League a Praga,che vede il Milan già qualificato opposto allo Sparta Praga.
De Sciglio fatica assai, e per un po’ di tempo sparisce dai radar della prima squadra.
Continua a essere tesserabile per la categoria Primavera e quindi si disimpegna con i compagni in diverse gare, mentre partecipa nella fase finale ad un’unica gara, sempre una semifinale, che vede il Diavolo sconfitto dall’Inter, che risulterà vincitrice a fine torneo (In virtù del 3-1 sulla Lazio al Barbetti di Gubbio).
Nella seconda parte della stagione l’emergenza infortuni costringe Allegri a toglierlo dal dimenticatoio e così De Sciglio viene riproposto contro il Chievo, dove anche qui sembra essere un po’ in difficoltà (anche qualche errore in fase di controllo di palla).
Il finale di stagione però vede De Sciglio guadagnare punti nella mente dei tifosi del Milan e di Allegri.
Particolarmente interessante la prova offerta a partita in corso contro l’Inter in una notte che, vista la vittoria dei nerazzurri, spegnerà le speranze di scudetto per il Milan, che in alcuni momenti della stagione aveva avuto anche quattro punti in più del team di Antonio Conte.
L’anno dopo De Sciglio riesce ad entrare definitivamente nell’undici titolare del Diavolo.
Inizialmente palesa qualche difficoltà in fase difensiva, che poi inizia ad accusare sempre meno con il passare del tempo e l’accumulo di esperienza.
I suoi cross dal fondo, indifferentemente di destro e di sinistro, sono una manna dal cielo per gli avanti rossoneri, e in una stagione nel complesso non granchè esaltante De Sciglio si rivela il giocatore che è maggiormente migliorato rispetto a quando la stagione era cominciata.


Non è ancora arrivato il momento del primo gol nella massima serie, ma visto che ogni tanto ci prova pure da fuori, ci sembrerebbe strano se ciò non dovesse succedere presto.

 CARATTERISTICHE TECNICHE

Di lui stupisce la grande malleabilità e duttilità, visto che può giocare indifferentemente a destra o sulla corsia di sinistra,e ha una abilità davvero simile in entrambi i piedi, una cosa spesso non riscontrabile in giocatori anche di valore indiscutibile (tre esempi a caso: John Arne Riise,Ricky Alvarez e Chiellini, giocatori di solo mancino).
Le sue traiettorie tese e morbide allo stesso tempo sono un vero e proprio invito a nozze per i colpitori di testa delle squadre avversarie.
In fase difensiva deve migliorare nella scelta del tempo in alcuni interventi, ma anche questo è un aspetto su cui è già cresciuto molto.
Più che altro sono i frequenti infortuni che possono essere un mezzo campanello d’allarme.
Allegri lo ha persino utilizzato da difensore centrale in una gara della passata stagione, cosa non nuova per il ragazzo meneghino, visto che aveva già fatto diverse prestazioni in quella posizione nel settore giovanile.

NAZIONALE


Le prime gare con la maglia azzurra avvengono nel 2010, con la selezione Under 19 (di cui faceva parte anche Bardi).
Il primo gol in azzurro è contro una delle squadre tecnicamente meno valide, le Isole Far Oer, ma la gioia per lui immaginiamo sia ugualmente stata grandissima.
In quella selezione si alterna spesso sulla fascia di destra con Luca Ghiringhelli, che nell’estate del 2010 lo raggiungerà proprio al Milan (il suo cartellino era della Spal).
Il 2011 e il 2012 lo vedono, invece, impegnato sul fronte nazionale Under 20.
L’apprendista stregone (come lo soprannominerà Carlo Pellegatti) si ritaglia un ruolo molto importante con Gigi Di Biagio in panchina, partecipa a diverse gare del Torneo Quattro Nazioni ed anche a un Italia-Germania 4-3, davanti a un’ottima presenza di pubblico allo Zaccheria di Foggia (nella Germania era presente l’attuale difensore sampdoriano Mustafi).
Il salto nelle nazionale giovanile più importante arriva nel finale della stegione 2012, dopo qualche apparizione nei palcoscenici del calcio con la C maiuscola, dopo che Prandelli lo aveva convocato per l’amichevole contro l’Inghilterra in agosto, dove arrivò la prima chiamata per tantissimi giovani (El Sharaawy,Perin, Fabbrini, Schelotto e altri, come ad esempio Peluso e Destro).
La prima gara è contro il Liechtenstein ,e Insigne e compagni fanno ammattire la retroguardia della selezione del principato (l’attuale principe è Giovanni Adamo II).
I suoi progressi lo portano in breve tempo alla nazionale dei grandi, quella di Buffon e Pirlo, che forse qualche mese prima vedeva solamente in teelvisione.
Debutto con tanto di assist nella non brillante vittoria di Malta (0-2 e troppe occasioni da gol concesse a dei giocatori di scarsa fama), viene impiegato poche altre volte, ma la Confederations lo vede, tra la sorpresa generale, confermarsi pure con la selezione azzurra.
Titolare nelle gare del girone ed in campo per tutta la durata del match, in semifinale con la Spagna Prandelli scelse giustamente il 3-5-2, con una scelta però alquanto bizzarra.
Fuori uno dei più positivi delle ultime gare (in una formazione in condizioni fisiche non eccellenti) e dentro Giaccherini, che quel ruolo non è che lo abbia ricoperto con chissà che continuità.
Il centrocampista del Sunderland fece bene, ma nella finale terzo quarto posto tornò titolare De Sciglio (nuovo cambio di modulo 4-3-2-1), che segnò anche dagli undici metri nella lotteria dei rigori che diede la medaglia di bronzo agli uomini di Claudio Cesare Prandelli.
Prandelli lo considera un possibile titolare della nazionale azzurra, anche perché il terzino del Milan ha guadagnato la sua fiducia dopo la grande Confederations Cup disputata nel giugno 2013 in Brasile.
Grandi prestazioni praticamente in tutte le gare in cui è sceso in campo, con un’unica macchia, una sbagliata copertura del pallone che ha generato il gol del momentaneo 1-0 del Giappone sugli azzurri nella seconda gara del girone eliminatorio.
Una volta tornato dall’infortunio dovrà convincere il ct che le scorse prestazioni potranno essere ripetute in futuro.



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